Modena, 7 gennaio 2'011 - Un equivoco legato all’errata interpretazione di un’intercettazione telefonica, in cui il celebre comico parlava di grappa in maniera scherzosa, con un amico che era gia’ sotto inchiesta per stupefacenti. E’ quanto Giuseppe Giacobazzi (nome d’arte di Andrea Sasdelli, 48 anni, ravennate di Alfonsine) ha precisato attraverso il suo ufficio stampa, commentando in una nota la richiesta di condanna per spaccio avanzata nei suoi confronti dal pm di Modena.
 

‘’E’ categoricamente falso - precisa la nota - che Andrea Sasdelli sia mai stato trovato in possesso di sostanza stupefacente e non e’ questa la circostanza in cui si sostanzia l’accusa’’. Sasdelli lamenta inoltre che non sia stato ‘’mantenuto quel riserbo che ci si augurava’’, e che il pur importante diritto di cronaca sia diventato in alcuni casi ‘’una licenza di mentire’’.
 

Tutta colpa di ‘’un equivoco’’ nella conversazione telefonica intrattenuta con l’amico in effetti ‘’finito sotto inchiesta e percio’ intercettato. L’infondatezza dell’accusa mossa ad Andrea Sasdelli - continua la nota - risulta tanto piu’ evidente dalla lettura di una imputazione assolutamente indeterminata, circostanza riconosciuta dagli stessi inquirenti, e priva di qualsivoglia riscontro’’. Per questo Sasdelli ha deciso di non patteggiare, ma di ‘’combattere per la propria innocenza, cercando di dimostrare, al di la’ di ogni ragionevole dubbio, la completa insussistenza’’ delle accuse.