Modena, 2 gennaio 2012 - E’ morto, a Modena, il professor Alessandro Liberati, professore associato di statistica medica della facolta’ di Medicina dell’Universita’ di Modena e Reggio.
‘’Ha dato un grande contributo nel favorire la ricerca e l’innovazione all’interno del Servizio sanitario nazionale
- ha detto l’assessore regionale alla sanita’ Carlo Lusenti - La sua storia professionale, gia’ prima di iniziare la collaborazione con la nostra Regione, si e’ distinta per la capacita’ di affrontare il tema della sperimentazione clinica con un approccio in cui il rigore degli strumenti tecnici adottati rafforzava le motivazioni etiche e civili che erano alla base della sua visione’’.
 

‘’Il Servizio sanitario dell’Emilia-Romagna e’ grato al prof. Liberati - ha continuato Lusenti - per il contributo che ha saputo dare alla formazione delle politiche sanitarie regionali e per il ruolo significativo che ha svolto nelle collaborazioni che la nostra Regione ha dato alle politiche nazionali su un tema che, anche per merito suo, e’ decisivo nell’attuale fase di rapida trasformazione della pratica assistenziale. Nella sua collaborazione prima con l’Azienda Usl e il Policlinico di Modena e dal 2004 con l’Agenzia sanitaria e sociale della Regione Emilia-Romagna ha saputo trasmettere i valori etici della ricerca indipendente, creando le condizioni affinche’ la ricerca scientifica potesse raggiungere risultati utili ai pazienti. Molti medici e operatori sanitari hanno potuto apprezzare all’interno dei master da lui diretti le sue doti scientifiche e umane, grazie alle quali, in tutte le aziende sanitarie della Regione Emilia-Romagna, e’ ora attiva una rete regionale per favorire e supportare la ricerca scientifica e l’innovazione del sistema’’.
 

‘’L’eredita’ che ci lascia - ha concluso l’assessore Lusenti - e’ impegnativa e di grandissimo valore, e sta a noi, a tutti i professionisti del servizio sanitario, fare in modo che i frutti dei suoi insegnamenti siano in grado nei prossimi anni di migliorare la cura e l’assistenza prestata ai cittadini’’. L’ateneo fa sapere che, chi volesse far qualcosa in sua memoria, puo’ dare un contributo all’associazione Areas, che sostiene il lavoro della Cochrane Collaboration in Italia.