Modena, 23 gennaio 2012 - L’imposta municipale unica (Imu) sarà “una vera stangata per l’economia del territorio, con imposte che arriveranno a 6.000 euro all’anno, 500 al mese”.

Lo affermano Confesercenti, Confcommercio, Cna, Lapam e Fam di Modena, spiegando che ci saranno “negozi che arriveranno a pagare due o tre volte l’Ici 2011, attività artigianali praticamente costrette a versare una sorta di affitto supplementare”. Le associazioni, infatti, hanno provato a fare alcuni calcoli prendendo come modelli un negozio, un laboratorio artigianale e un capannone ad uso industriale, e ha chiesto alle amministrazioni comunali introdurre “alcune misure che consentano di mitigare alcuni effetti distorsivi della nuova imposta sulle piccole aziende, per renderla quindi più equa ed equilibrata”.
 

Nel caso di Modena, dove il calcolo dell’Imu è stato fatto con aliquota base (0,76%) e con aliquota maggiorata del massimo consentito (0,76 + 0,3 = 1,06%), osservano che gli aumenti “nel caso del negozio vanno a seconda dell’aliquota dal 74% all’86%, in quello del laboratorio dal 30% all’82% e per i capannoni ad uso industriale dal 52% al 112%”. Il risultato, secondo le associazioni, è “una vera stangata”, con negozi che “arriveranno a pagare due o tre volte l’Ici 2011”.  Ecco perchè le associazioni “ritengono indispensabile che tutte le amministrazioni comunali della provincia, nell’ambito dei nuovi regolamenti per l’applicazione dell’Imu che dovranno essere approvati entro il 31 marzo 2012”.
 

Le norme, infatti, “lasciano intendere che le amministrazioni locali possano introdurre agevolazioni per specifiche casistiche, come avveniva per l’Ici (riduzioni aliquote per immobili merce delle imprese, immobili inagibili-inabitabili, immobili locati, immobili strumentali delle imprese artigiane e del commercio, ecc.)”, spiegano le associazioni. “Tra le prime richieste, dunque, quelle di uniformare i regolamenti comunali Imu sul territorio provinciale. Viene poi chiesto di prevedere una differenziazione di aliquote e l’applicazione di percentuali ridotte per alcune tipologie aziendali”.
 

In particolare, le associazioni propongono di applicare un’aliquota inferiore per gli immobili di proprietà delle imprese artigiane e commerciali utilizzati direttamente per lo svolgimento delle attività imprenditoriali, ma anche di applicare un’aliquota ridotta al minimo nei primi due anni per le piccole imprese di nuova costituzione.