Modena, 16 marzo 2012 - «Meglio non perdere tempo». E’ la frase che il rettore Aldo Tomasi marca di più, quella che vuole sottolineare. Da quando si è alzato il polverone intorno ai direttori generali degli ospedali modenesi, che ha portato dopo settimane di incertezza alla sostituzione di Stefano Cencetti (Policlinico) con Licia Petropulacos, Tomasi non ha mai smesso di ripeterla. Condannando con parole dure chi aveva costretto le aziende ospedaliere a sopportare una situazione di «stallo inaccettabile», leggi la politica.
Tomasi, finalmente la situazione si è sbloccata.
«Sì, si poteva fare meglio ma almeno ci siamo arrivati».
In che senso? Dubbi sulla Petropulacos?
«No, parlo di tempistiche. La Petropulacos ha ricevuto il mio consenso (visto che il Policlinico è un’azienda ospedaliero universitaria serve l’ok del rettore, ndr), credo sia un segnale chiaro».
La conosce?
«Ci ho lavorato insieme, sì. Quando ero preside della facoltà di Medicina lei era direttore sanitario. Non c’erano grandi interazioni, è vero, ma è una professionista stimata».
Ottimista?
«Sì può fare bene, ci sono tutti i presupposti».
L’arrivo di un nuovo direttore, due visto che è in partenza anche il dg dell’Usl Giuseppe Caroli, segna una svolta. E’ il momento giusto per chiedere qualcosa: idee?
«Be’, io continuerò a spendermi per ottenere un’integrazione vera fra le due aziende. Secondo me non ci possiamo più permettere doppioni. L’unificazione sarebbe l’ideale, ma può bastare anche una seria integrazione».
L’università così guadagnerebbe terreno e potere...
«Il punto non è quello. Io parlo per gli studenti e per gli specializzandi: abbiamo bisogno di spazi didattici e per la ricerca. E’ questo il motivo».
C’è chi sostiene che politica e università stiano combattendo una ‘guerra’. L’assessore regionale alla sanità Lusenti ha detto che quattro facoltà in regione sono troppe. Paura?
«Quella dichiarazione è stata una scivolata. Tolto quel momento, definirei la collaborazione con i politici regionali abbastanza buona. Anche il presidente Vasco Errani si è speso molto in quest’ultima fase. Sono i tagli del governo a preoccuparmi sul serio».
In che senso?
«Il blocco del turn over, ancora attivo, causerà nei prossimi anni un’enorme emorragia di professionisti in camice bianco».
Torniamo a Modena. Cencetti dice che le istituzioni non l’hanno nemmeno salutato. Lei?
«Io ieri (mercoledì, ndr) sono andato a trovarlo. Gli ho espresso, come avevo già fatto, la mia gratitudine e l’apprezzamento per il lavoro svolto. L’ho visto amareggiato, ma è comprensibile».
Della partenza del suo omologo all’Usl, Caroli, che pensa?
«Be’, con Caroli non è stato facile collaborare. Se i due cambi al vertice fossero arrivati insieme avremmo fatto meno fatica a ripartire».
 

Alcuni passaggi dell'intervento del rettore non sono proprio andati giù al direttore generale dell'azienda Usl Giuseppe Caroli (che sabato scorso ha annunciato le sue dimissioni a maggio), che ha voluto togliersi aulche sassolino dalla scarpa. La sua replica è affidata ad una lunga lettera. Clicca qui per leggere la replica di Caroli