Modena, 26 marzo 2012 - Una querela presentata “senza aver visto il video”, dunque “sulla base del sentito dire”, e che non ha tenuto conto della rettifica fatta il giorno dopo dallo stesso autore. Il regista modenese, Gabriele Veronesi, oggi si difende così, parlando assieme al suo avvocato, Mario Marchiò, dopo l’azione legale intrapresa nei suoi confronti dal sindaco di Modena, Giorgio Pighi, che si è sentito diffamato da un passaggio del documentario “Modena al cubo”, proiettato a ottobre 2011 nel Teatro Tempio. Nel passaggio incriminato, Veronesi lasciava intendere che Pighi, in quanto avvocato penalista, avesse difeso in un processo per corruzione la cooperativa Cmb.
 

Ma l’errore in realtà è più sottile: nel video, infatti, si diceva che Pighi aveva assistito William Braga (fatto vero), e che quest’ultimo fosse il presidente della Cmb (falso). Braga invece era presidente di un’altra impresa: la Cooperativa muratori di Mirandola, anch’essa coinvolta in un processo, e difesa (questa sì) da Pighi. Il sindaco di Modena, che ha spiegato di aver agito personalmente, si sarebbe dunque sentito diffamato nel vedere il suo nome associato al processo della Cmb, i cui manager furono accusati di aver pagato tangenti per ottenere un appalto nei lavori della metropolitana di Milano. Per questo, oltre ad aver querelato il giovane regista, il sindaco ha anche chiesto il sequestro del video proiettato a ottobre. “La vicenda ha assunto toni molto inquietanti, il sequestro è un atto grave”, commenta l’avvocato di Veronesi.
 

Nel ricostruire le cose ho commesso un errore; dopo la prima proiezione ho ricevuto una telefonata e ho provveduto a rimuovere quel passaggio- spiega il regista- a febbraio sono stato chiamato in caserma dai Carabinieri di San Damaso, dove sono stato identificato, invitato a nominare un difensore e dove mi e’ stato notificato un decreto di sequestro del file informatico relativo al filmato ‘Modena al cubo’ nella versione presentata la sera del 9 ottobre 2011”. Ma il cd contenente quel filmato è andato perduto. “Non sappiamo dove sia. Quella sera c’era molta gente, c’era chi prendeva locandine e cose simili. Magari qualcuno l’ha preso e ora non sa nemmeno di averlo. Noi speriamo venga fuori”, fa sapere Veronesi. Altrimenti, l’unica traccia del video originale, contenente il passaggio incriminato, si troverebbe nel brogliaccio, sul computer di Veronesi, ma non avrebbe valenza probatoria, in quanto modificabile in ogni momento.
La magistratura, dunque, ad oggi non può apporre alcun sigillo.
 

“Se non verrà fuori faremo denuncia di smarrimento, altrimenti useremo il brogliaccio con l’ausilio di alcuni testimoni presenti quella sera”. Ad ogni modo, il legale di Veronesi è convinto che “non ci siano i presupposti per il reato di diffamazione”, e fa sapere di aver già preso contatti con lo studio che difende Pighi, affinchè la querela possa essere ritirata. “Qualcuno deve avergli riferito le cose in maniera errata”, ragiona l’avvocato Mario Marchio’, sottolineando il fatto che Pighi non ha visto personalmente il filmato. Veronesi, invece, rimarca come da parte del sindaco e della giunta “non ci sia stato nessun commento sul video che pone molte questioni sull’urbanista della città. Mi aspettavo un confronto democratico, invece c’è stata solo una querela”, fa sapere. Altro fatto inspiegabile, almeno apparentemente, è il fatto che Pighi abbia presentato la querela al Tribunale di Mantova, quando invece tutta la vicenda si e’ svolta a Modena.

“Si dice che io sono organico a un sistema di corruttele e che siccome ho difeso una cooperativa sono diventato sindaco. Questo io non lo posso accettare. Chiunque ha la schiena dritta non lo accetterebbe”. Si scalda il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, spiegando il perchè della querela nei confronti del regista Gabriele Veronesi. Nel passaggio ritenuto diffamatorio dal sindaco, si diceva che Pighi, in qualità di avvocato, aveva difeso la Cmb in un processo per corruzione (fatto mai avvenuto). Ma non finisce qui, perchè da quanto riporta il primo cittadino, il video lasciava anche intendere che Pighi faceva parte “di un mondo in cui alcune persone vivono in sinergia fra di loro. Per dimostrare che anche io ne facevo parte si è inventato questa cosa”, cioè la difesa alla Cmb.

“E’ una falsità, non un’imprecisione- scandisce il sindaco- la mia dignità non è un’imprecisione”.
La sera della prima proiezione, Pighi non era presente, quindi non ha visto coi suoi occhi il passaggio incriminato. “Ho letto il resoconto del giorno dopo sulla Gazzetta e ho chiesto conferma al giornalista che lo ha scritto”, spiega. Per questo motivo la querela è stata presentata a Mantova, sede della testata giornalistica. “Attacco anche alla Cmb: Modena al cubo ricorda la presunta tangente (ci fu un processo e l’avvocato difensore del colosso di Carpi fu il sindaco Pighi) di tre miliardi in occasione della costruzione della metro milanese”, si legge sulla Gazzetta del 10 ottobre 2011.

Per quanto riguarda l’altro processo tirato in ballo da Veronesi, in cui Pighi ha difeso William Braga, presidente della Cooperativa muratori di Mirandola, il sindaco chiarisce che “si trattava di una procedura fallimentare”: Nessun caso di corruzione. “Ho presentato una querela per diffamazione aggravata per attribuzione di fatto determinato”, prosegue il sindaco, lasciando intendere di non avere alcuna intenzione di tornare sui suoi passi. “Saranno gli avvocati a decidere. Noi crediamo che i processi si debbano svolgere nei tribunali e non in altre sedi”. Il fatto che il regista abbia rettificato subito, rimuovendo dal video il passaggio incriminato, non rappresenta un’attenuante agli occhi di Pighi. “Chi glielo spiega alle 200 persone che hanno guardato quel video?”, domanda. A chi gli chiede di dare un giudizio complessivo sul documentario, il sindaco risponde che “c’erano altre cose, non gravi come queste. Ma comunque si tratta di un lavoro degno di rispetto”.

Fonte Dire