Modena, 29 aprile 2012 - UNA giovane donna modenese stuprata su un treno in corsa, in manette un macedone e un marocchino, entrambi 29enni. Ancora una volta un branco si è scatenato, violentando una donna sola e indifesa, nello scompartimento di un treno. La vittima dello stupro, denunciato venerdì notte, ha spiegato agli inquirenti di essere stata aggredita di ritorno da Milano, dove aveva partecipato a un provino. È una 31enne di Modena e stava tornando a casa. I carabinieri, dopo aver ricevuto la chiamata e aver soccorso la giovane, stanno cercando di far luce sull’inquietante vicenda.

LA DONNA, che ha chiamato per primo il fidanzato, il quale ha allertato i carabinieri, è scesa alla stazione di Lodi in stato di choc. Poco prima, mentre era sola nello scompartimento del treno, aveva rifiutato l’approccio di due stranieri, che le avevano chiesto una sigaretta. A quel punto è stata assalita. Per gli inquirenti, la violenza sarebbe stata consumata dal marocchino. Dopo gli abusi subìti, la 31enne ha allertato carabinieri e Croce Rossa: i soccorritori l’hanno trovata a pochi passi dalla stazione, in compagnia di due amici, un uomo e una donna, che lei stessa avrebbe contattato in cerca di aiuto. Non c’erano persone, alle 22,40, in quella zona. Gli stranieri sono stati identificati, poco più tardi, dalle forze dell’ordine, grazie alle descrizioni della denunciante. Poi, avendoli trovati in stato alterato, presumibilmente da droghe, con addosso un etto di hascisc, gli agenti li hanno condotti al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore per accertamenti sul loro stato, e infine trasferiti, per ordine del magistrato, nel carcere di Lodi a disposizione della Procura.

I DUE UOMINI ora attendono in cella di essere interrogati, domani mattina, per esporre la loro versione dei fatti. Sugli indagati gravano accuse pesanti: violenza sessuale di gruppo e detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Il loro avvocato d’ufficio, Fabio Carminati del Foro di Lodi, ha dichiarato: «Abbiamo piena fiducia negli inquirenti e speriamo che le indagini siano condotte a 360 gradi per accertare la piena verità di quanto accaduto». La ragazza è stata medicata e dimessa dall’ospedale alcune ore dopo il ricovero.

 di Paola Arensi