Modena, 19 maggio 2012 - UNA LUNGA LETTERA per l’ex moglie e i figli, lasciata bene in vista nell’appartamento ordinato e pulito di via Ivanoe Bonomi a Carpi, in provincia di Modena. «Chiedo scusa a mia moglie perché negli ultimi quindici anni ho fatto molti sbagli...». Scrive di un debito che forse lo opprimeva troppo, «250mila euro» e quel riferimento a «Equitalia»: pochi elementi che caratterizzano il suicidio di Luigi Bignardi, 68 anni, ex imprenditore del tessile abbigliamento, come l’ennesimo gesto disperato compiuto per motivi economici, tra cui debiti nei confronti dell’agenzia di riscossione. Un baratro in cui si sono gettati oltre venti imprenditori dall’inizio dell’anno, una quarantina complessivamente i suicidi legati a motivi economici, sia di imprenditori che di lavoratori rimasti disoccupati.

BIGNARDI si è impiccato ieri mattina nella sua casa in centro a Carpi, nel cuore di uno dei distretti industriali della moda italiana. A trovarlo è stata la donna delle pulizie che ogni giorno rassettava l’appartamento dove Bignardi viveva da solo, da separato: prima di togliersi la vita, ha lasciato la porta socchiusa e il biglietto bene in vista, con le spiegazioni del suo gesto e l’indicazione di avvisare i figli. Aveva preparato il suo ritrovamento con ordine e precisione, forse per rendere meno traumatico quello che per lui invece era un gesto pensato, programmato.

EPPURE nessuno nella famiglia aveva il minimo sentore di quello che stava per accadere: erano a conoscenza del debito ma pare fosse una situazione risolvibile con alcune operazioni di compravendita, per questo i familiari erano abbastanza tranquilli. Per Luigi Bignardi, invece, quei debiti erano un peso troppo grande che si aggiungeva a un bilancio della sua vita di cui, come scrive, non era soddisfatto. La sua storia imprenditoriale inizia alla fine degli anni Ottanta quando, assieme al figlio Luca, prende in mano l’azienda di Carpi Centertex trasformandola in una ditta produttrice di tessuti per la vendita diretta. Bignardi ha cavalcato l’onda del boom tessile, poi ha lasciato l’attività al figlio e ha provato altre strade imprenditoriali che non sempre hanno funzionato per il meglio: dalle costruzioni e ristrutturazioni ad un salumificio della zona che Bignardi ha rilevato una decina di anni fa.

FORSE è nelle pieghe di questi passaggi che si è accumulato un debito che l’ex imprenditore, oggi in pensione, si è trascinato sulle spalle. Conduceva una vita benestante, nei migliori circoli della città, sempre vestito di tutto punto e con camicie stirate di fresco. Gli amici del circolo dove giocava a carte l’hanno visto alcuni giorni fa, era il Bignardi di sempre. Ma qualcosa, nella sua testa, si era già innescato: un pensiero oscuro che ieri mattina ha preso forma in un gesto drammatico.

Silvia Saracino