Modena, 26 giugno 2012 - Dopo la visita del Dalai Lama, oggi è stato il giorno di Benedetto XVI nelle zone terremotate dell'Emilia (guarda i video) . Segue la cronaca dell'evento.

 

Ore 11.15

Il Papa ha 'abbracciato'(guarda le foto) gli sfollati e ha detto loro: "Fin dai primi giorni sono stato sempre vicino a voi con la preghiera e con l'interessamento. Ma quando ho visto che la prova era diventata più dura ho sentito più forte il bisogno di venire di persona in mezzo a voi". E ancora: "I vostri cuori non hanno crepe". Il Papa ha presente la ''paura che inevitabilmente si prova'' subendo il terremoto. Alle migliaia di persone che lo hanno accolto ha citato il Salmo 46, che usa anche l'immagine del terremoto: "non temiamo se trema la terra". Poi l'invito a trovare la forza in Dio.

"In questi giorni difficili, la sua preghiera, la sua solidarietà e la sua visita di oggi, ci confortano - ha detto il presidente della Regione Vasco Errani a Papa Benedetto XVI durante il suo discorso - e ci dicono che possiamo e dobbiamo vincere questa sfida. Non solamente per noi ma anche come ci ha indicato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per dimostrare a tutti che l'Italia ce la puo' fare".   

"La sfida - ha continuato Errani- va vinta non solamente per rendere doveroso onore alle vittime, al loro sacrificio, al gesto così umano e così altamente simbolico di Don Ivan, ma anche per dare un significato e un orizzonte di tanti colori diversi ai nostri figli, dando un senso e una dimensione alle loro paure e liberando uno spazio grande per le loro speranze e le loro vocazioni che illumineranno di creatività, fede, cultura, il nostro futuro comune".

La parola è passata poi al cardinale Carlo Caffarra, che ha detto al Papa: "Questo popolo le è profondamente grato per essere venuto a visitarci. Siamo stati investiti da un'immane tragedia. Questo popolo ha perduto ciò che aveva di più caro, case, chiese, municipi e luoghi di lavoro".

"La sua presenza - segno della vicinanza di queste settimane che ci ha commosso - e la sua parola sono conforto, consolazione e speranza - ha continuato il cardinale - per i sacerdoti che stanno dando una testimonianza eroica di condivisione della sofferenza dei loro fedeli, per le autorità civili e militari che con
instancabile dedizione stanno cercando di rendere meno disagevole questa situazione e per i volontari che si stanno spendendo senza misura".
 

Ha poi riportato le parole che gli ha rivolto un bambino. "Ci sono molte crepe nelle nostre case ma non ce ne sono nei nostri cuori". Caffarra ha citato allora Giovannino Guareschi, "il piu' emiliano degli scrittori", che, attraverso il suo Don Camillo, dopo la storica alluvione, disse: "Le acque escono tumultuose dal letto del loro fiume e tutto travolgono. Ma un giorno ritorneranno placide nel loro alveo e il sole tornerà a splendere. E anche se avrete perso ogni cosa, sarete ancora ricchi se non avrete perso la fede".

Il cardinale ha infine ricordato che "pur se flagellato questo popolo sta ritrovando una unità vera e profonda" e ha chiesto al Papa di "aiutarli a vivere questo momento triste nella luce della fede e nella certezza della speranza che non delude".

Poi due parrocchiane hanno consegnato a Benedetto XVI una lettera in cui è scirtta la loro voglia di lavorare e ripartire, ma anche la forte mancanza per la perdita di don Ivan Martini, morto per salvare la statua della madonna nella chiesa di Santa Caterina. La lettera è firmata da tutti i parrocchiani.

I volontari dell'associazione 'Vola nel cuore' di Ferrara, che stanno operando nei campi della Protezione civile, hanno portato al papa un naso rosso da clown e un cappellino dell'associazione.  "Ho chiesto al Papa di pregare per i bambini di cui ci occupiamo - ha detto Monica Lodi, la volontaria che gli ha portato l'insolito dono - e gli ho chiesto di essere con le sue preghiere di sostegno per noi".


Christian Lanno, quattro anni, è tra i bimbi portati a parlare col Papa a Rovereto di Novi.
Christian, da quando è crollata la sua casa di Rovereto chiede a tutti: ''E' caduta la tua casa? La mia sì", racconta la mamma Reanna Mazzola. La casa di Christian è crollata alle 9 del mattino del 29 maggio. ''Mi sono salvata per un soffio - ha spiegato Reanna - la porta era già bloccata dal crollo, ho anche un sistema automatico che si era disattivato e non la faceva aprire. Ma sono riuscita a uscire e a correre fuori col bambino''.
Qualche minuto dopo è arrivata anche la madre di Reanna, Lucy Galavotti. ''Pensavo che mia figlia fosse lì sotto, ho incominciato a urlare. Poi è arrivato un vicino che mi ha detto che era riuscita a scappare. E' stato terribile. Poco dopo ho saputo che don Ivan era morto cercando di portare fuori la Madonnina, mia figlia era svenuta e per lo spavento le è venuta una trombosi. Lei ha perso tutto, la casa e anche quattro capannoni''.  ''Ma non ho perso Christian'', dice Reanna sorridendo.


Dal Papa anche Valerio, un bimbo che "sta in sedia a rotelle e quando non c'era il terremoto passava per la piazza di Novi andando a supervelocità.
E spero torni presto a farlo'', racconta Luisa Turci, sindaco di Novi.  Quattro famiglie tra Rovereto e Novi sono state scelte da Italo Malagola, vicesindaco, per incontrare il Papa oggi. Tutte hanno la casa distrutta o seriamente lesionata dal sisma, e tutte hanno bambini.
''Sono soddisfatta di come è andata la giornata soprattutto perchè dal punto di vista organizzativo e della sicurezza tutto ha funzionato. Ora siamo in serenità e tranquillità, ieri ero preoccupata soprattutto per il numero delle persone che avrebbero inciso su questo paese. Sa, noi adesso siamo molto 'delicati' ''.
''Per me è stato un momento molto emozionante incontrare il Papa - ha concluso il sindaco Turci - è una persona di grande spiritualità, anche se io non sono credente mi ha molto emozionata. L'ho ringraziato per la speranza che ci è venuto a portare e lui mi ha risposto (almeno così io ho capito nella confusione), 'forza, forza' ''.

 

Ore 10.50. La preghiera

Il Pontefice si è fermato davanti alla chiesa di Santa Caterina per rendere omaggio a don Ivan, morto nel crollo della chiesa. Lì ha chiesto silenzio e ha pregato. Poi un cambio di programma e quel gesto spontaneo di salutare gli operatori di televisioni e giornali. Quindi è ripartito alla volta del gazebo dove parlerà ufficialmente.

 

Ore 10.30. L'accoglienza

Il Pontefice ha fatto il suo arrivo al campo sportivo di San Marino di Carpi dove è stato accolto da monsignor Cavina, dal prefetto Gabrielli e dove alcuni bambini gli hanno consegnato un omaggio floreale. Poi è salito sul pullman verso Rovereto. Con lui il segretario personale Georg Gaenswein, e il sostituto della Segreteria di Stato arcivescovo Giovanni Angelo Becciu.

 

Ore 10. L'affetto e la commozione

Tra i presenti a Rovereto, dove è atteso in visita il Pontefice che renderà omaggio a don Ivan (il prete morto nel crollo della chiesa) e incontrerà gli sfollati, la maggior parte dei vescovi dell'Emilia Romagna, tra cui Paolo Rabitti, vescovo di Ferrara che racconta di un incontro con il Papa già dieci giorni fa: "Aveva le lacrime agli occhi quando ha saputo la situazione. Chiedere più di questo non si puo', ma lui ha letto nei nostri volti la domanda 'venga a darci solidarietà', ed è venuto''.

Lucio Sorabito De Franceschi, vescovo di Rovigo, spiega che si tratta un momento di forte solidarietà delle chiese tra loro e del Papa. "Dobbiamo godere della sua vicinanza e solidarietà e vivere tra le chiese colpite fratellanza e aiuto reciproco per far sì che non venga mai meno la speranza del futuro''.

In prima fila l'arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra: "La visita del Santo Padre è importante per dare ancor di più una spinta, una voglia di ricominciare da capo". Poi il racconto dell'incontro commovente con un bambino. "Mi si è avvicinato e mi ha detto che ci sono tante crepe nelle case ma nessuna nei loro cuori. Ebbene quel bambino aveva capito tutto". E sulla scomparsa di don Ivan ha detto: ''Sono certo che questo sacrificio non sarà inutile ma servirà come elemento simbolico per riprendere il cammino in tutti i sensi''.

Mentre il prefetto Franco Gabrielli ha detto che "le visite del Santo Padre sono, per loro natura, momenti di unione e non di divisione e questa è la cosa che più ci interessava".

"La visita del Santo Padre è un elemento importantissimo per fare il lavoro che dobbiamo fare". E' quanto sostiene il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani che ha dato molta rilevanza alla "spiritualità del suo messaggio".

Presente anche il ministro del Turismo, Piero Gnudi

 

Ore 9. L'attesa e la speranza

Già dalla prima mattina tante le persone assiepate lungo la via principale di Rovereto per accogliere il Pontefice che visiterà l'Emilia ferita dal terremoto e renderà omaggio a don Ivan, morto nel crollo della chiesa. Ci sono striscioni ovunque di ringraziamento (tra cui 'Sei tu Signore la nostra speranza' firmato 'Comunita' Catecuminali della Diocesi') e canti improvvisati dalla folla col cuore che risuonano per tutto il centro mentre le autorità sono in attesa al gazebo dove il Papa parlerà e incontrerà gli sfollati. Lì i circa 300 posti (riservati a bambini, anziani e disabili) sono già tutti occupati. Nella zona gran dispiegamento di forze dell'ordine che hanno blindato completamente l'area per questioni di sicurezza.

 

di Valerio Gagliardelli e Valeria Selmi