Modena, 5 luglio 2012 - Dalle Due torri di Bologna agli edifici storici danneggiati dal sisma del 20 e 29 maggio in Emilia-Romagna. L’Ingv rispolvera il “laser scanning”, strumento utile a “fornire preziose informazioni sul danneggiamento subito dagli edifici storici, in particolare i campanili”. Si tratta, per l’esattezza, del “very long terrestrial laser scanner”, in dotazione alla sezione bolognese dell’Ingv e utilizzato da tre ricercatori: Arianna Pesci, Giuseppe Casula e Maria Giovanna Bianchi.

Lo strumento, si legge in una nota dell’Ingv, “e’ particolarmente adatto per lavorare rapidamente e in sicurezza, prevenendo ogni rischio per gli operatori che lavorano nelle zone rosse”. In poche ore di lavoro, spiega Pesci, “siamo in grado di ottenere una conoscenza estremamente dettagliata delle strutture in esame e di creare delle vere e proprie mappe di deformazione mediante precise analisi morfologiche, che sono di vitale importanza per aiutare gli ingegneri a effettuare interventi tempestivi ed efficaci per la messa in sicurezza delle persone e programmare in modo piu’ incisivo i possibili lavori di recupero”.
 

Di fatto, dunque, con lo scanner laser si riescono a “quantificare gli effetti del terremoto” grazie a un “dato reale di deformazione” dell’edificio. Lo strumento e’ gia’ stato usato a San Carlo di Sant’Agostino nel ferrarese, Ficarolo nel rodigino, Mirandola e San Giacomo Roncole nel modenese, oltre alle Due torri di Bologna. Sul simbolo del capoluogo emiliano, in realta’, il laser scanner fu usato anche nell’ottobre 2010 dalla stessa Pesci, per suffragare la teoria dell’allora numero uno dell’Ingv, Enzo Boschi, sui danni che il passaggio del Civis avrebbe causato alle Due Torri.

Il laser scanner fu usato per fare un rilievo sui quattro lati delle Due torri. Ricostruendo e analizzando poi al computer la superficie dell’Asinelli e della Garisenda, emersero deformazioni e alterazioni nella struttura in mattoni delle torri, causate anche dal traffico. “Abbiamo rilevato come una sorta di torsione che le torri faticano a sopportare”, spiegava Pesci nel febbraio 2011, mostrando al computer i grafici dello studio durante una conferenza stampa. Il laser Ingv e’ stato dunque sfoderato un’altra volta, per verificare i danni del terremoto.
 

“Dal punto di vista meramente scientifico- spiega ancora l’Ingv- e’ anche importante avere la possibilita’ di rilevare il piu’ possibile i campanili lesionati dal terremoto e creare un data base che possa: fissare nel tempo la memoria storica di queste strutture; fornire chiare informazioni sulle reazioni delle stesse in caso di sisma; analizzare il tipo di danneggiamento per capire e identificare possibili precursori di crollo in seguito ad altre sollecitazioni; studiare gli effetti di sito e le loro ripercussioni sulle strutture dall’integrazione tra i dati relativi al terreno e quelli acquisiti su edificio”.