Modena, 10 luglio 2012 - A CASA. ‘Sfrattati’ dalle tendopoli. Chi ha la casa agibile deve tornarci, anche se abita al terzo piano e ha paura.
Il sindaco di Finale, Fernando Ferioli, è determinato anche se in questa prima fase, dopo l’ordinanza di agibilità, usa il guanto di velluto. L’obiettivo, però, è di ridurre da cinque a quattro, e in tempi brevi, non oltre il 19 luglio, le tendopoli. "Abbiamo istituito una commissione - spiega - composta da psicologici, assistenti sociali e forze dell’ordine per valutare caso per caso. Chi trema ancora dalla paura - spiega - potrà dormire in tenda per alcuni giorni ancora, ma entro una settimana bisogna far rientro nelle proprie case agibili. Ci si deve abituare: non si può vivere in tenda per il resto della vita".

All’ingresso di ogni tendopoli di Finale e frazioni il Comune ha scritto nero su bianco che "in tenda ci resta soltanto chi ha casa inagibile".  Ieri, intanto, è scattata da parte delle forze dell’ordine l’operazione anticlandestini e ospiti indesiderati. Le forze dell’ordine dalle 18 alle 24 hanno verificato i nominativi e controllato i documenti dei millecinquecento sfollati nelle cinque tendopoli. Gli ‘illegittimi’ detentori di un posto sono stati accompagnati all’ingresso, e poi in Questura. L’operazione verrà replicata in tutti i Comuni della Bassa colpiti dal sisma. Oggi più che mai c’è l’esigenza di verificare l’esatto numero dei senzatetto. Quanto all’ordinanza di agibilità del Comune, i pareri degli sfollati sono contrastanti.

"Il sindaco Ferioli è stato troppo buono, doveva procedere tanto tempo prima, perché c’è chi - commenta GianPaolo Zappaterra, sfollato nel campo 2 di Finale - ha scambiato la tenda come la seconda casa, dove venire ogni tanto, pranzare, cenare, dormire. E’ giusto anche il doppio censimento, di Comune e forze dell’ordine, perché solo così si possono ridurre le tendopoli e chi ha casa agibile deve tornarci. Noi purtroppo, io e mia moglie - continua Zappaterra - siamo costretti a stare qua perché viviamo in una casa popolare e i tempi sono lunghi. L’ Acer deve stipulare il bando di gara per l’appalto dei lavori. Se non ci fosse di mezzo la burocrazia, in due settimane - conclude - potrebbe essere messo in sicurezza".

Agata Militello spera di non tornare a casa. "Il sindaco ha le sue ragioni - commenta - ma io ho ancora tanta paura, la nostra casa è al terzo piano. Mio marito e mio figlio dormono a casa da settimane, perché è agibile, ma io vengo qui in tenda perché ho paura, a casa non dormirei".

Giancarlo Pola e la moglie Maurizia non hanno dubbi. "Non andremo a dormire a casa, fintanto che il tetto non verrà messo in sicurezza. E’ vero - commentano - in casa ci abitiamo tutto il giorno, ma non ci dormiamo. Dormiremo qui", precisa con tono imperativo.

Anche Giorgio Gallini non ne vuole sapere di tornare a casa. "Lo so- dice- mi spediranno a casa, perché è agibile, ma vivo solo e sono stato operato a una spalla. Non riesco a fare le cose di prima. Poi ho ancora paura, ero in casa, in via della Resistenza 18, quando sono venute le sue scosse. Se mi mandano via non farò di certo resistenza. Sarà dura la prima notte, poi mi abituerò".

Viviana Bruschi (ha collaborato Gigliola Ionno)