Modena, 22 agosto 2012 - In merito a numerosi articoli di stampa, l’Agenzia delle Entrate precisa in una nota di non avere alcun potere decisionale sull’eventuale proroga degli adempimenti fiscali per i territori colpiti dagli eventi sismici.
Come comunicato il 16 agosto 2012, la tempistica della ripresa degli adempimenti e’ contenuta in provvedimenti legislativi. L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha applicato la legge sulla base dei chiarimenti forniti dal Dipartimento delle Finanze.

Intanto un'altra voce si unisce al coro della richiesta di prorogare lo stop della tassazione per le popolazioni colpite dal sisma di maggio. E' la Confederazione italiana agricoltori che plaude all’iniziativa di Errani per lo slittamento dei termini di versamento fino al 30 giugno 2013 in favore dei soli soggetti effettivamente danneggiati e allineare al 30 novembre prossimo le scadenze di tutti gli adempimenti tributari, fiscali, contributivi e amministrativi per i residenti nelle zone colpite dal terremoto. “E comunque per quanto, riguarda l’Imu, non prima dell’avvenuta ricostruzione degli edifici danneggiate o crollati”.
 

Lo sollecita la Cia Di Modena al fine di dare certezze ai cittadini ed imprenditori e mettere ordine alla materia.
Riguardo alla proroga richiesta al 30 giugno 2013, la Confederazione precisa “che è giusto sia solo a favore dei soggetti effettivamente danneggiati, cioè coloro che, a causa della inagibilità della casa di abitazione o dello studio professionale o delle difficoltà connesse con il riavvio delle attività produttive per la messa a norma dei locali o per la loro ricostruzione, risultino particolarmente esposti a problemi di liquidità e di equilibrio finanziario”.
 

“Riteniamo di grande importanza la lettera di richiesta fatta in tal senso al Governo dai presidenti delle Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto che recepisce le esigenze espresse fin dal tragico evento dalla Cia – spiega il presidente dell’organizzazione modenese, Cristiano Fini - e manifestate in questi giorni da esponenti delle istituzioni, dagli agricoltori e da molti rappresentanti del mondo delle imprese.
La Confederazione – conclude Fini - è impegnata ad assistere e tutelare i propri associati nell’utilizzo degli importanti provvedimenti decisi dal Parlamento e auspica quindi una rapida intesa tra le Regioni interessate ed il Governo sugli slittamenti richiesti”.
 

Allarme Cgil: "Ancora 39mila i lavoratori sospesi in Emilia Romagna"

Anche in Emilia Romagna la crisi economica non da’ tregua ed il terremoto dello scorso maggio, che ha colpito importanti distretti industriali, ha aggravato la situazione. Questa la fotografia della Cgil regionale secondo cui sono 39mila i lavoratori sospesi dalla loro attivita’ a causa del sisma. A questi si aggiungono, in un quadro complessivo, circa 60mila lavoratori che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione nei vari settori economici

"I dati di ricorso agli ammortizzatori sociali per i primi sette mesi del 2012, che non comprendono ancora quelli attivati per l’evento sismico - afferma il responsabile politiche industriali Cgil Emilia Romagna, Antonio Mattioli - confermano l’andamento del 2011: solo nel mese di luglio la cifra e’ pari a 8.5 milioni di ore”.

La crisi, spiega il sindacato confederale, attraversa tutti i settori: 28 milioni di ore di cassa nell’industria, 6 milioni nell’edilizia, 3.5 milioni nell’artigianato e 9.5 milioni di ore nel commercio.

“Al ricorso agli ammortizzatori sociali - sottolinea Mattioli - vanno aggiunte le migliaia di lavoratrici e lavoratori espulsi dai cicli produttivi ed i lavoratori a termine che non hanno visto confermato il proprio rapporto di lavoro: solo nei primi mesi di quest’anno sono piu’ di 15.000 le persone che hanno perso il posto di lavoro”.

A questo punto “e’ piu’ che mai necessario - conclude il sindacalista - dare corpo e gambe al ‘Patto per la crescita’ convenuto tra tutte le parti sociali e le istituzioni dell’Emilia Romagna sottoscritto otto mesi fa, dare piena applicazione ai protocolli definiti dopo il terremoto per la ricostruzione nei territori colpiti dal sisma e per ripristinare l’attivita’ produttiva, in un’area come quella compresa tra Modena, Bologna, Reggio Emilia, Ferrara, che incide per il 2 per cento sul pil nazionale”.