Modena, 17 maggio 2013 - ARTICOLO 644 del codice penale, usura. Con questa accusa un imprenditore edile modenese ha denunciato Equitalia, dopo aver ricevuto una cartella esattoriale dalla società per la riscossione dei tributi. In ballo decine di migliaia di euro. Il pubblico ministero ha presentato richiesta di archiviazione ma, a quasi un anno di distanza, il giudice per le indagini preliminari ha accolto l’opposizione di Federitalia, associazione antiusura alla quale il professionista si era rivolto su suggerimento della sua commercialista.

Così mercoledì prossimo in tribunale si terrà l’udienza (in camera di consiglio) in cui i legali di Equitalia e quelli di Federitalia si daranno battaglia sui tassi di interesse applicati. Nel procedimento penale ad essere chiamato in causa (sulla carta) è direttamente Attilio Befera, presidente di Equitalia e direttore generale dell’Agenzia delle entrate. Il caso rientra tra le migliaia di denunce presentate, o sostenute, dall’associazione, che ha sede a Parma. Presidente è l’imprenditrice Wally Bonvicini (nella foto).
 

«ABBIAMO FATTO tantissimi esposti del genere, dalla Calabria al Piemonte. In tutta Italia. Davvero tanti quelli depositati in Emilia. Secondo noi — spiega Bonvicini — vengono chiesti tassi di interesse che sono superiori alla soglia consentita, a causa del meccanismo che produce interessi applicati agli interessi. Il caso di Modena rientra in questa categoria». Federitalia ormai da tempo sta seguendo i contenziosi tra privati cittadini e agenzie di riscossione e, proprio come successo a Modena, una delle ‘strategie’ è quella di presentare opposizione alle richieste di archiviazione dei pubblici ministeri. «Un tempo non c’era modo di arrivare all’udienza — ricorda Bonvicini —, invece oggi diverse nostre opposizioni vengono accolte. Si tratta per noi di risultati importanti, come lo è quello dell’imprenditore modenese».
 

PERCHÉ LA DENUNCIA presentata chiama in causa l’articolo 644? «A seguito delle perizie delle cartelle Equitalia — spiega Federitalia —, è stata riscontrata l’applicazione di interessi superiori al tasso di soglia e pertanto usurari. La legge numero 3 del 2012 prevede la restituzione di tutti gli interessi e le sanzioni, in presenza di usura. Il fatto che Equitalia affermi di applicare la legge — sostiene l’associazione di Parma —, si scontra con i numeri che le cartelle evidenziano e precisamente il costo del denaro superiore al massimo consentito per legge, questo si verifica sistematicamente a causa del moltiplicatore del costo del denaro». Anche il caso dell’imprenditore modenese verterà presumibilimente sul valore dei tassi applicati nella cartella esattoriale, per una vicenda giudiziaria che senza dubbio ha un interesse di livello nazionale.

Francesco Vecchi