Sassuolo (Modena), 24 maggio 2013 - QUANDO, cinque anni fa di questi tempi, il Sassuolo appena salito in serie B festeggiò la vittoria di campionato e coppa in C regalando anche le chiavi della città a Giorgio Squinzi, primo artefice del miracolo neroverde, i sassolesi si dissero che una piazza così neroverde non l’avrebbero più vista, e invece… E invece la festa del Sassuolo (e della Sassuolo) in serie A è il giorno più neroverde di sempre, anche se manca il Signor Mapei.

Assente causa impegni confindustriali, il Dottore ha reso omaggio al Sassuolo presentandosi all’assemblea di quella Confindustria di cui è presidente da un anno con la cravatta neroverde, ma la Sassuolo neroverde non ha smesso di pensarlo nemmeno un minuto dentro la serata che nessuno si sarebbe mai aspettata di festeggiare. Quella che racconta il punto più alto — almeno finora — del miracolo sportivo del Sassuolo, la capitale delle piastrelle ma anche la città più piccola del dopoguerra nella massima serie, ovvero la serie A arrivata in coda ad un campionato dominato dalla prima all’ultima giornata. Ci sono, in piazza, i tifosi e quanti hanno spinto il Sassuolo all’impresa, c’è la città e c’è la squadra. La prima in piazza, la seconda sul palco dove è festa grandissima, orchestrata da Marco Nosotti e Andrea Barbi, e vive in un continuo susseguirsi di sketches, scenette, video, slogan, applausi e soprattutto colore. Neroverde, ovvio.

Stefano Fogliani