Modena, 18 giugno 2013 - UN’IMBOSCATA dalla campagna, per arrivare fin sul retro del Cie (centro identificazioni ed espulsioni) di via Lamarmora e fare danni. Era questo l’obiettivo della ventina di anarchici che, domenica verso le 17, hanno lanciato ‘razzi’ e petardi, incendiando la siepe e le tende esterne utilizzate dai militari di stanza al Cie. Incappucciati, sono arrivati a piedi dai campi e poi hanno lanciato razzi artigianali, fumogeni e altro materiale esplodente oltre la recinzione.

PRIMA, avevano oscurato le telecamere del centro espulsioni utilizzando un bastone telescopico e della vernice rossa. Un raid ben studiato, per innescare la rivolta interna e ribarire il loro «no», ancora una volta, ai Cie. Centri che, secondo gli anarchici, non rispettano i diritti dei reclusi, cioè dei clandestini in attesa di rimpatrio.

IL GRUPPO, come detto numeroso, è poi scappato: oltre la campagna gli anarchici avevano parcheggiato le macchine con cui sono fuggiti. Una, però, è stata individuata dalla polizia ed è partita la caccia all’uomo: la polizia stradale e la guardia di finanza, che avevano avuto la nota di ricerca, hanno intercettato una macchina sospetta all’incrocio tra le vie Ciro Menotti e Nonantolana.

ALL’INTERNO c’erano quattro ragazzi, un minorenne e tre maggiorenni: si tratta di A. V.; G. A.; e S. S., tutti noti alle forze dell’ordine e di età compresa tra i venti e i trent’anni. Si tratta di persone che gravitano nell’ambiente anarchico cittadino. Sono stati arrestati per vari reati: danneggiamento aggravato e incendio doloso.
 

Per il minorenne è scattata ‘solo’ la denuncia a piede libero ed è stata informata la Procura della Repubblica presso il tribunale competente. In auto il gruppo nascondeva passamontagna, pile, guanti, sciarpe. I petardi sarebbero stati lanciati con pistole lanciarazzi. Ora le indagini sono affidate alla Digos della questura di Modena.
 

IERI pomeriggio, intanto, si sarebbe dovuto tenere a Modena il processo per direttissima ai tre arrestati e davanti al tribunale in corso Canalgrande ha stazionato un gruppo di anarchici, controllati a vista dalla Digos, lì per dare supporto ai loro ‘compagni’ imputati. Processo rinviato a stamattina. Nel frattempo i tre sono stati portati nelle celle di sicurezza della questura.
 

IL RAID degli anarchici, stavolta, non avrebbe provocato la ‘solita’ sommossa interna. Da qualche tempo il clima interno del Cie è discreto, non si verificano infatti da mesi rivolte con danneggiamenti dai parte dei clandestini, che però periodicamente ricevono messaggi dall’esterno, dagli anarchici appunto, che lanciano loro palline con numeri di telefono da chiamare. Ora sono in corso di quantificazione i danni provocati dagli anarchici domenica pomeriggio: danneggiate ‘solo’ telecamere e apparecchaiture in uso ai militari.
 

val. b.