Modena, 27 giugno 2013 - Ha coinvolto anche Modena e Reggio Emilia il blitz scattato all’alba di oggi contro il clan dei Casalesi che ha fatto scattare 57 ordinanze di custodia cautelare in tutta Italia, firmate dal gip su richiesta della Direzione distrettuali antimafia di Napoli. L’indagine di oggi, che si compone di tre filoni portati avanti da Carabinieri del Ros, Guardia di finanza di Frosinone e di Aversa, ha un antefatto nella precedente tornata di arresti (16) avvenuti nel 2010 nei confronti di esponenti del clan dei Casalesi accusati di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e riciclaggio (per alcuni appalti in provincia di Caserta).
 

L’operazione di oggi, invece, denominata “Rischiatutto”, punta a smantellare le attivita’ con cui i Casalesi avevano reimpiegato i capitali illeciti (dalle sale gioco truccate al commercio ci orologi e auto). In Emilia-Romagna, nel mirino degli inquirenti sono finite sale da gioco (con slot machine truccate o collegate a siti online clandestini), attivita’ imprenditoriali e acquisizioni di complessi immobiliari.
I reati contestati oggi sono partecipazione e concorso esterno in associazione per delinquere di stampo camorristico, oltre che associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attivita’ da gioco e scommesse, concorrenza illecita (con violenza e minaccia), truffa aggravata ai danni dello Stato, frode informatica, riciclaggo e reimpiego, intestazione fittizia di beni, estorsione e altri delitti aggravati dalle finalita’ mafiose. A Modena, l’indagine si e’ concentrata sul circolo privato Matrix di Castefranco Emilia, in cui si praticava per lo piu’ il gioco d’azzardo con macchinette ‘modificate’ e truccate.

Nell’installazione (e nella modifica) delle macchine truccate del circolo Matrix risulta coinvolta l’impresa modenese Gari, di cui e’ amministratore unico Antonio Padovani, catanese di 51 anni, che per gli inquirenti e’ contiguo alla famiglia mafiosa capeggiata da Nitto Santopaola. Sia Noviello che Padovani sono tra i destinatari delle misure cautelari. Le macchinette slot del circolo di Castelfranco erano collegate in modo clandestino (tramite postazioni internet) con i siti di gioco online www.europagrancasino.com e www.dollarocasino.com, i cui server si trovano fisicamente in Romania e, dietro un giro di prestanome, sono in realta’ riconducibili a societa’ costituite dagli indagati.
 

Sempre a Modena, un’altra modalita’ di reimpiego dei capitali illeciti era quello di investirli in imprese e immobili in Emilia-Romagna: di questo, ha stabilito l’indagine, si occupavano Carmine Sola (napoletano di 40 anni residente a Campogalliano, nel modenese) e Antonio Ardente (casertano di 42 anni arrestato a Reggio Emilia), che erano “perfettamente integrati nel contesto emiliano e particolarmente abili nella gestione di capitali riconducibili all’organizzazione”. Arrestato anche, a Reggio Emilia, Pasquale Piccolo (39enne reggiano residente a Modena).

(Dire)