Modena, 21 agosto 2013 - IL ‘CASO FIREM’ è davvero l’emblema di una crisi economica senza fine e di una classe politica senza consapevolezza di ciò che è davvero urgente fare per evitare disastri e tragedie. Da anni sappiamo che gli imprenditori hanno il fiato corto. E lo sappiamo perché loro stessi e le associazioni che li rappresentano vanno predicando, senza essere davvero ascoltati, che è necessario apportare delle modifiche a un sistema fiscale troppo pressante e a una burocrazia che soffoca. Niente da fare.

La tassazione resta insostenibile, il costo del lavoro alle stelle e, a fronte di un mercato in calo, ecco che, per sopravvivere, si fanno scelte drastiche. Ma ogni decisione che coinvolge e stravolge la vita di altre persone deve rientrare in una trattativa che possa, in qualche modo, salvaguardare i lavoratori. La rabbia e i timori di finire sul lastrico non giustificano in nessun modo il comportamento ‘politicamente scorretto’ di un imprenditore che ha messo i suoi dipendenti davanti al fatto compiuto, senza preoccuparsi delle conseguenze e di cosa si sarebbe lasciato alle spalle. Questo caso non deve creare un precedente, sarebbe pericoloso. E la politica, stavolta, deve ‘fare’, anziché parlare.

Barbara Manicardi