Modena, 1 settembre 2013 - Ieri è stata la giornata della piazza. Le 14 associazioni ambientaliste che protestano contro il progetto di Hera, Comune e Provincia di bruciare rifiuti provenienti da fuori Modena nell’inceneritore di via Cavazza, si sono date appuntamento in piazza Grande. Un luogo simbolico, davanti alla scalinata del Comune ma soprattutto centralissimo per il via vai della ‘vasca ’ del sabato. Lo scopo era quello di spiegare alla gente le ragioni del loro "no" al progetto e la strada da percorrere per far fare un passo indietro alle amministrazioni. L’inziativa ha attirato l’attenzione di un piccolo gruppo di passanti in una città con un piede ancora in ferie. Niente comizi, soltanto volantini, qualche striscione e la raccolta firme a livello nazionale per invertire la politica degli inceneritori.
 

Vittorio Ballestrazzi di ‘Modena Salute ambiente’ non si perde d’animo se non c’è stato il bagno di folla. "Noi vogliamo soltanto spiegare alle persone cosa è successo con la determina del ‘rifiuto di mezza estate’ e cosa vogliamo fare per impedire che questa cosa vada a compimento. La possibilità di bruciare tutti i rifuti d’Italia a Modena vanifica lo sforzo che fanno i modenesi con la raccolta differenziata. Spieghiamo ai cittadini che con questo colpo di mano Hera farà sempre più utili. Vogliamo che la Provincia ritiri assolutamente questa determina". Ballestrazzi spiega anche che non ha intenzione di percorrere la strada del Tar che "sarebbe solo un dispendio di soldi dei cittadini. E’ la politca che deve capire — continua l’attivista — e fare le scelte giuste. Vogliamo un dibattito politico in consiglio comunale provinciale per poi arrivare al ritiro".

"Ho 62 anni — dice Francesco Lodi, in piazza per il sit in — ci impegniamo da anni con la differenziata. Dovrebbe esserci a questo punto un progetto non per fare soldi ma per tutelare la nostra salute che non ha prezzo. Io non abito vicino all’inceneritore ma questo è un problema che riguarda tutta la città". Le stesse ragioni si ascoltano da Luciano Stefani, anche lui nel gruppetto che ha seguito la protesta. "Mi sembra sia stata aggirata una norma con un piccolo marchingegno burocratico — dice — che consente di accogliere rifuti da altre regioni, bisogna assolutamente impedirlo"  .
 

Anche il consigliere Sandra Poppi è tra le promotrici del presidio. "Bisogna invertire la rotta — insiste — non possiamo lasciare ad Hera l’arbitrio di fare quello che vuole. Dobbiamo ripartire da zero, andare verso la raccolta porta a porta e l’abbandono degli inceneritori e delle discariche". Giorgio Marinelli da tempo che si interessa al problema: "Non si può far fare dei virtuosismi ai cittadini e poi fare quello che le altre province non fanno. Bologna che ha 300mila abitanti in più e smaltisce 180mila tonnellate di rifiuti all’anno mentre a Modena l’inceneritore è progettato per bruciarne 240mila. Questo vuol dire che hanno dei progetti di bruciare anche quello che non brucia Belzebù!". Marco Maci lavora vicino a via Cavazza e dice di soffrire di allergie come altri componenti della sua famiglia. "Solo chi ha malattie respiratorie e allergie può capire. Anche se non c’è un riscontro certo della causa mi sento molto preoccupato".

Emanuela Zanasi