Modena, 4 ottobre 2013 - Domani sarà beatificato a Modena Rolando Rivi, il “seminarista - scrive l’Osservatore Romano - coerente fino al martirio”. In rappresentanza del Papa ci sarà il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nella formazione di Rivi, nato nella provincia di Raggio Emilia il 7 gennaio 1931 fu fondamentale la figura di don Olinto Mazzocchini.

Nell’ottobre del 1942 entrò nel seminario minore di Marola e subito vestì l’abito talare, come era in uso allora. Per l’abito talare - si legge sull’Osservatore - aveva una vera venerazione, lo considerava segno della sua appartenenza a Cristo e del futuro sacerdozio e non volle mai deporlo, neppure durante il gioco.

Nell’estate del 1944, partiti i seminaristi per le vacanze, il seminario venne occupato dai tedeschi. Nonostante gli inviti dei famigliari e l’esempio di altri seminaristi, Rolando - si legge ancora sul quotidiano vaticano - non volle abbandonare la veste talare; a tutti rispondeva: “Io studio da prete e la veste è il segno che io sono di Gesù”.

Rolando era dunque ben consapevole del rischio che correva portando la veste talare e continuando la sua vita di preghiera e di apostolato fra i giovani. Il 10 aprile 1945, martedì dopo la domenica in Albis, dopo la messa, si recò a casa e, presi i libri, si diresse come al solito a studiare nel boschetto poco lontano.

Da quel momento i familiari non lo videro più; tra i suoi libri venne trovato un biglietto: “Non cercatelo: viene un momento con noi partigiani”. Per Rolando cominciò un’agonia durata tre giorni. La veste talare gli venne strappata, presa a calci e poi appesa al portico di un casolare. Il 13 aprile, dopo essere stato picchiato brutalmente, venne ucciso. Prima di morire, chiese di pregare per i suoi genitori e, mentre inginocchiato sull’orlo della fossa, pregava per i suoi, fu ucciso con due colpi di pistola al cuore e alla testa in un bosco alle Piane di Monchio.

Fonte Agi