Modena, 22 dicembre 2013 - QUESTO SÌ che è un regalo di Natale. Ritrovarsi dentro un’auto in fiamme (foto), senza alcuna possibilità di cavarsela da soli, ed esser tirati fuori da un passante pochi secondi prima che tutto esploda. Un attimo prima della fine. E l’angelo custode dei due uomini che erano a bordo della Lamborghini saltata in aria ha un nome (Romano), un cognome (Boni) è un bel mestiere dal sapore antico: produce aceto balsamico.

 

Dall’inizio, Romano: come è entrato in questa vicenda incredibile?
«Tornavo in auto da Maranello, avevo dei clienti che mi aspettavano in acetaia. Andavo circa ai 70 e la Lamborghini mi ha sorpassato a una velocità di poco superiore, non più dei 100. Poi davanti a me l’ho vista accelerare, ma ha perso subito il controllo ed è andata in testacoda. Infine è finita nel fosso su un fianco, ha rotolato in verticale un’altra volta e quando si è fermata ha subito preso fuoco».
E lei cosa ha fatto?
«Ho inchiodato e sono corso là. Non ho riflettuto sul pericolo, è stata una cosa naturale. L’unica pensiero che mi girava in testa, chissà perché, è che prima dell’esplosione del serbatoio non avevo più di 2-3 minuti. Non mi sono sbagliato di molto...».
Quindi si è gettato in un’auto in fiamme?
«Il fuoco già avvolgeva tutta la vettura, sono sceso nel fosso e ho visto lo sportello del conducente aprirsi. Era un ragazzo, con i vestiti completamente incendiati. Allora l’ho afferrato e l’ho buttato nell’erba tre metri più in là, mentre gli urlavo di rotolarsi per spegnere le fiamme. Poi è venuto il difficile: nell’auto c’era un altro uomo, gridava aiuto, ma era ancora incastrato nella parte alta dell’abitacolo inclinato: tirarlo fuori è stata una fatica immane. Anch’io mi sono bruciato un po’ le mani (e mostra le vesciche spuntate sui palmi e tra la dita, ndr) ma ce l’ho fatta. A quel punto è arrivato un altro passante, e mi ha aiutato a spostare i feriti di qualche metro. E in quel preciso istante l’auto è esplosa, verso l’alto: siamo stati investiti da una vampata di calore impressionante. Tipo quando si va a Mirabilandia e si assiste a uno di quegli spettacoli con stuntman ed esplosioni».
Il tutto quanto è durato?
«Non credo siano passati più di due minuti, ma a me sono sembrati un’eternità. Abbiamo subito telefonato ai soccorsi, dicendo loro di fare in fretta. I feriti, in particolare il ragazzo, erano tutti ustionati. Al giovane in pratica erano rimaste solo le mutande, il resto dei vestiti era bruciato».
Poi è scesa l’adrenalina...
«Sì, se ci penso adesso mi rendo conto che ho davvero rischiato grosso. Lì per lì, però, non ho avuto dubbi su quale fosse la scelta giusta. Sono contento di averlo fatto e lo rifarei, ma a questo punto la cosa più importante è che sia davvero servito a qualcosa. Spero che i due feriti stiano presto molto meglio. Uno di loro, poi, lo conosco già. Anche se durante l’incendio non l’avevo riconosciuto».
Chi di due?
«Daniele Valestri, il titolare della Pit Lane di Maranello. A volte mi manda in acetaia qualche turista che dopo aver fatto un giro in Ferrari vuole comprare un po’ di balsamico».
Queste due persone le devono la vita, lo sa?
«Non cerco complimenti o titoloni sui giornali. Ho solo fatto quel che andava fatto».

Valerio Gagliardelli