Modena, 23 dicembre 2013 - Alla fine la Prefettura di Modena ha stracciato la convenzione con il consorzio L’Oasi, gestore del Centro di identificazione ed espulsione di via La Marmora. A poco piu’ di 4 mesi dalla chiusura del centro per ristrutturazione (i lavori non sono ancora iniziati), il prefetto Michele Di Bari ha firmato l’annullamento dell’atto di gestione. Il motivo? Dalla Prefettura di Modena fanno sapere che L’Oasi “non aveva i requisiti perche’ mancava il Durc sulla regolarita’ contributiva”.

Nel corso dell’ultimo anno la Cgil aveva ripetutamente denunciato le gravi inadempienze contrattuali del gestore. “Da mesi dicevamo che la gestione era ampiamente deficitaria”, dice Marco Bonaccini della Cgil di Modena. Basta pensare che L’Oasi ha pagato solo le prime due mensilita’ ai dipendenti ovvero luglio e agosto 2012, poi ci ha pensato la Prefettura e che, a oggi, ancora non risultano pagati gli stipendi di luglio e agosto 2013.

“L’evoluzione degli eventi ci ha dato ragione”, continua il sindacalista: “Questa la conclusione inevitabile?”.
La struttura e’ chiusa dal 14 agosto scorso. La Prefettura ha avviato verifiche sulla convenzione, il sostituto procuratore Marco Niccolini ha avviato un’indagine sulle condizioni igienico-sanitarie del centro che ha affiancato quella sulla gestione generale e contabile. I detenuti sono stati trasferiti altrove. E per i 30 dipendenti e’ stata firmata la Cassa integrazione straordinaria in deroga a zero ore per 3 mesi.

Il 16 novembre la Cgil ha chiesto il rinnovo fino alla fine dell’anno. “Ma L’Oasi non ha inviato la documentazione necessaria alla Regione e la cassa integrazione non e’ partita”, afferma Bonaccini. In questo momento, “i lavoratori non sono in in cassa integrazione ma disoccupati. Chiederemo alla Prefettura che il prossimo bando per la gestione del Cie abbia una base d’asta dignitosa”, continua il sindacalista, “e che preveda una sorta di ‘clausola sociale’ di riassunzione dei lavoratori da parte di chi gestira’ il centro”.

Le persone da ricollocare sono 25, in 5 hanno trovato un lavoro di cui solo 1 a tempo indeterminato, mentre 1 lavoratore era stato licenziato. Da piu’ parti si sono levate voci per la chiusura definitiva del Cie. Non ultima quella del sindaco di Modena, Giorgio Pighi, che lo scorso luglio ha proposto di chiuderlo e trasformarlo in una struttura per le misure alternative al carcere. “La posizione della Cgil sui Cie e sulla Bossi-Fini e’ risaputa- continua Bonaccini- e nel caso in cui il Cie di Modena non dovesse riaprire, potrebbe essere utile avere comunque un servizio o una struttura, non detentiva, di supporto alla citta’ per l’integrazione degli immigrati in cui poter ricollocare i lavoratori”.

Dalla Prefettura pero’ fanno sapere di aver fatto fare un preventivo per i lavori di ristrutturazione, adeguamento e riparazione dei danni provocati dalle diverse rivolte nel Cie, “siamo in attesa del via libera del ministero”.