Maranello (Modena), 25 dicembre 2013 - «La pratica dell’autonoleggio non c’entra, si è trattato di una disgrazia. Noi ormai facciamo rispettare tutti i limiti». Poca voglia di parlare alle agenzie che offrono il sogno di un giro in Ferrari, intorno al museo di Maranello ci si interroga su quali siano state le cause che hanno ridotto in fin di vita Flavio Pierleoni e Daniele Valestri, quest’ultimo titolare della PitLane: «L’incidente non ha nulla a che vedere con l’attività di noleggio Valestri — spiega l’avvocato della società Simona Della Casa — la velocità come dicono i testimoni era moderata. La stessa famiglia tiene a chiedere di ‘essere lasciata tranquilla’. Il superamento dei limiti di velocità in questi anni è sempre stato monitorato e ferocemente sanzionato dal Comune. Abbiamo anche adottato un regolamento di concerto con l’amministrazione».


Resta il tema della percorrenza di macchine a grossa cilindrata di quel calibro, evidentemente costruite per correre, sulle strade urbane ed extraurbane. Un tema particolarmente scivoloso, visto quanto è accaduto. Si parla dell’autodromo di Marzaglia, ma a Maranello fanno capire che «molte volte il turista non ha il tempo di spostarsi a Modena».


Per Barbara Galeotti, titolare della MaranelViaggi in via Dino Ferrari, «sulle strade i tutor fanno rispettare i limiti, molte volte i residenti possono essere ingannati dal rombo del motore che ovviamente per un’auto di quel livello è molto forte. Ma vedo spesso anche normali Mercedes che sfrecciano a velocità ben più elevate».

Il discorso si sposta sulla necessità di luoghi adeguati per questo tipo di passione. Lo stesso Enrico Benini, presidente della Scuderia Ferrari club Modena, fa i migliori auguri alle famiglie dei due esperti di guida, scandisce che «l’incidente non può essere il pretesto per dare addosso ai noleggiatori anche se il tema dell’utilizzo di queste auto c’è», e pone l’accento sul fatto che «non si può costruire un ottovolante che vada solo in salita, il brivido te lo dà la discesa». In soldoni, quelle macchine sono costruite per performance particolari, da adrenalina: «Servono piste più accessibili e spazi adeguati».

Gianpaolo Annese