Zocca (modena), 13 gennaio 2014 - «Volare nello spazio è fantastico». L’astronauta Maurizio Cheli, ieri mattina, ha fatto sognare ad occhi aperti, ha ‘portato’ in orbita piccoli, grandi e nonni che gremivano la Sala consigliare per l’inaugurazione della mostra fotografica permanente dedicata dal Comune a questo illustre personaggio che da bambino sognava di guidare un camion, poi fare il pompiere e che quando vedeva passare un aereo sopra a Zocca si ripeteva: «Voglio guidare anch’io un aereo di quelli».

E’ andato oltre Maurizio, come lo chiamano in paese: dopo aver pilotato aerei militari, nel 1996 ha partecipato alla missione spaziale STS 75 a bordo dello space shuttle, ha proseguito come capo pilota collaudatore di velivoli da combattimento e, ora, a Torino, costruisce lui gli aerei, di tipo ultraleggero. Realizzata con il contributo dell’Associazione ‘Zocca 759 slm’, allestita nell’ultimo piano del municipio, la mostra è composta da una trentina di immagini dalla Nasa. Verrà arricchita: il vice-sindaco Flavia Barbieri ha chiesto la collaborazione di quanti posseggono fotografie della missione spaziale di Cheli.

L’astronauta zocchese, che portò con sè nello spazio anche uno spicchio di Parmigiano Reggiano, mentre firma autografi e si concede ai tanti che gli chiedono di potersi fotografare con lui, passa accanto a una delle immagini esposte: «E’ stata scattata al rientro — commenta —. Ricordo le fiamme fuori: era come essere in una palla di fuoco». Durante la chiacchierata con l’astrofisico Enrico Costa, moderata da Enrico Righetti, Cheli ha raccontato il volo per raggiungere l’orbita prefissata: otto minuti e mezzo. «Si passa da zero quota e zero velocità a circa 400 chilometri di quota e a 25 volte la velocità del suono. Lassù mi si è aperto un mondo. La terra è bellissima. Vedere questo pianeta blu sullo sfondo nero dello spazio è uno spettacolo magnifico». Cheli ha sorriso quando gli è stato chiesto se crede negli Ufo e nei Marziani. Come ha fatto anche l’astrofico Enrico Costa, ha risposto di ritenere però che qualche altro pianeta possa essere abitato. E l’uomo andrà su Marte? «E’ una sfida grandissima, prima è necessario un salto di tecnologia», dice.

Walter Bellisi