Bologna, 20 febbraio 2014 - La rottura di una parte dell’argine di un fiume, come è avvenuto il 19 gennaio a Modena che ha provocato l’esondazione del Secchia, “non è prevedibile”. Al tempo stesso lungo l’affluente del Po in territorio emiliano si registra da anni un “incremento di scavernamenti causati dalle tane di animali”. Lo ha detto Luigi Fortunato, direttore di Aipo, l’agenzia interregionale per il fiume Po, nel corso di un’audizione in una commissione dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna: “Aipo non ha un’autonomia di bilancio per le manutenzioni per le quali occorre una programmazione”; durante l’emergenza a Modena “su di noi c’è stata una baraonda mediatica”.


Fortunato 'scagiona' le nutrie come potenziali colpevoli del cedimento dell’argine: “La nutria? E’ un animale semiacquatico e fa le tane basse a livello dell’acqua quando il fiume è a regime normale”. Rispondendo alla domanda del consigliere Giovanni Favia sul tipo di attenzione posta da Aipo sulla presenza di fauna selvatica ha risposto che “volpi, tassi e conigli selvatici sono pericolosi”, in quanto “fanno le tane più ampie e passanti”, con un innesco “di movimento d’acqua che vuota l’argine”. Pur “constatando un aumento preoccupante di scavernamenti nei corpi arginali per lo piu’ collegata alla presenza di una serie di animali”, non esiste la prova “che l’evento del 19 gennaio sia legato a questo”, e che poi “non salti fuori che diamo la colpa alla fauna”, conclude Fortunato.

Come si evince dalla documentazione fotografica raccolta nelle scorse settimane “il 19 gennaio è accaduto un fatto che non era prevedibile e che non dovrebbe presentarsi nell’ambito di una rete di difesa idraulica che difende un territorio come quello modenese” ha spiegato Fortunato, per il quale non è possibile attribuire la responsabilità dell’incidente all’operato di Aipo: “sarebbe un po’ come chiedere al capo della polizia di una metropoli che non ci fossero più reati: si può contrastare il fenomeno reato e cercare di prendere i colpevoli ma non si può garantire che non si ripresenti un fatto del genere”.

Sarà l’inchiesta della magistratura a stabilire eventuali responsabilità e “verificare se vi sono stati da parte dell’agenzia e dei suoi dipendenti o funzionari comportamenti tali per cui questo fenomeno avrebbe dovuto essere visto, monitorato, scoperto e contrastato”.
 

“Su Aipo - ha aggiunto - si è sviluppata una baraonda mediatica estremamente pesante” che ha appesantito il lavoro dei tecnici e dei funzionari.  Aipo non ha un’autonomia di bilancio e non può disporre autonomamente di fondi per interventi strutturali se non per situazioni particolarmente eccezionali, al di là delle manutenzioni per le quali ha somme abbastanza limitate: noi siamo soggetti gestori ed attuatori quindi operiamo in relazione alla programmazione” che fino a qualche anno fa, prima della cessazione dell’ente Magistrato del Po, veniva fatta direttamente dal ministero.


Fortunato ha parlato anche dei rapporti coi sindaci dell'area colpita:  “Con i sindaci dell’area modenese? Almeno un paio di riunioni pubbliche serali, almeno tre incontri con i sindaci della bassa e con Modena rapporti costanti. Rapporti che possono essere migliori? Si’, se prendete due direttori.... Chi mi conosce sa che non mi nego a nessuno”, conclude Fortunato, “se poi gli incontri possano non essere ritenuti soddisfacenti è un’altra questione...”.