Modena, 4 marzo 2014 - SI mobilitano i grandi nomi dell’arte italiana contro i chioschi al Parco delle Mura a Modena. Dopo l’aspro intervento del fotografo Oliviero Toscani, ora ad alzare la voce è anche il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi, che questa mattina è in città proprio per verificare lo stato dei lavori, insieme al senatore Carlo Giovanardi. «La città è bella e poco conosciuta, va rispettata religiosamente. Quella del parco è un’area storica, che ha una sua memoria e un vincolo a cui è soggetta e che va rispettato, afferma Sgarbi. Non capisco come mai l’Amministrazione continui a rovinare campagne e città. Vanno arrestati tutti, da chi ha dato l’ok ai lavori, a chi ha permesso di aprire i cantieri. Bisogna essere durissimi. Anche i cittadini di Modena sono indignati e lo hanno dimostrato in tutti i modi».

Secondo lei con quali criteri sono stati concessi i permessi?
«E’ una cosa incomprensibile. Ci sono cose che non vanno fatte e basta, come andare in chiesa in mutande. Quella modenese è un’Amministrazione di barbari e non capisco come la Soprintendenza abbia avallato il progetto. Anche loro, a questo punto, vanno trasferiti o arrestati, visto che non rispettano le normative e danneggiano irrimediabilmente il patrimonio pubblico».
Secondo lei il progetto poteva essere realizzato in altro modo, come sostengono anche i residenti?
«Assolutamente si. Asserire che l’utilizzo di cemento sia un obbligo per questioni antisismiche è una balla. Infatti la bioedilizia ha dimostrato come il legno sia effettivamente un materiale molto più resistente al sisma del cemento armato e, in questo caso, avrebbe avuto un effetto decisamente meno impattante. In Italia il legno è utilizzato al 3 per cento, mentre in altri luoghi d’Europa al 27. Questo non ha senso».
Come mai, secondo lei, l’Amministrazione ha fatto questa scelta?
«A mio avviso dietro al progetto ci sono interessi che noi non conosciamo ma che, certamente, non possono ricadere sulla collettività, rovinando una città, come sta avvenendo a Firenze per quanto riguarda il palazzo di giustizia. Occorre mettere un freno, prima che del nostro paese non resti più nulla».

A coinvolgere il critico d’arte è stato appunto il senatore Giovanardi, che ribadisce come sia necessario fermare al più presto questo scempio, una “pazzia” a cui solo Modena è soggetta. «Sono tre gli elementi su cui occorre riflettere. Questi ecomostri stanno sorgendo in un parco storico vincolato, dov’è proibito innalzare opere laddove sono state progettate, trasformando un’area verde e storica in zona commerciale», afferma Giovanardi.

C’è un esposto di Italia Nostra, depositato in Procura dal presidente Giovanni Losavio, che è un ex giudice e la legge la conosce bene. Inoltre, quando questi chioschi sono stati proposti, tutti erano contrari. Dunque non si capisce chi abbia sostenuto o sostenga la cementificazione del parco. Terzo punto non meno importante — dichiara il senatore — se cambiassero le funzioni del parco, utilizzandolo anche in inverno e con strutture fisse, sarebbe un’ ulteriore mazzata per il centro storico, condannato alla desertificazione già da molto tempo. Ho coinvolto in questi giorni anche anche la sottosegretaria Buitoni-Burletti, affinchè risponda alla mia interrogazione. Occorre interventi prima che i buoi scappino dalla stalla».

Valentina Reggiani