Modena,, 17 marzo 2014 - "Ma quanti relatori servono per un’assemblea d’istituto? Non è mica una puntata di Ballarò...". Innanzitutto una battuta, «perché dobbiamo tutti rilassarci», e poi una bella lezione di democrazia, «perché non bisogna dimenticarsi che il Consiglio d’Istituto rappresenta la scuola in toto, nessuno escluso. E quando vota, vota». L’ex deputata Vladimir Luxuria ci mette la giusta dose d’ironia, senza però lasciare indietro la «gravità», per commentare quanto successo al ‘nostro’ liceo Muratori.

Ricapitolando, un’assemblea d’isitituto dedicata alla ‘diversità’ in programma questo martedì (con ospite, appunto, Luxuria e il presidente di Arcigay Alberto Bignardi), viene ‘bocciata’ con un esposto da una trentina di genitori.

Ieri mattina la mediazione, obbligatoria dopo il forfait servito dall’endocrinologo Cesare Carani, terzo ospite in scaletta: un Consiglio d’istituto straordinario decide di far slittare l’assemblea di un mese — si farà verso metà aprile—, tempo che verrà utilizzato per sostituire Carani con uno psicologo e un rappresentante della parte ‘etica’ (si sussurra un religioso).


Luxuria, qual è l’aspetto più grave di questa vicenda?
«La contrapposizione tra etico e ‘non etico’ che si potrà creare intorno all’argomento ‘diversità’, i ragazzi l’assemblea non l’avevano pensata così. Avevano scelto di chiamare un medico proprio per trattare l’argomento dal punto di vista scientifico, e invitato me perché ho una storia da raccontare. E poi cosa significa ‘etico’, che io sarei la parte amorale?».


Il senatore Giovanardi ha presentato un’interpellanza al ministro dell’istruzione, spiegando che senza una controparte cattolica il dibattito non sarebbe stato equilibrato.
«È un grave errore fare contrapposizione tra transessuali e religione, perché non c’è: la crea lui perché di mestiere fa ‘l’omofobo’, siamo la sua ragione di vita».
 

Si è parlato di battaglia politica.
«Ma la ‘diversità’ è un pezzo della realtà: non è un argomento nè di destra nè di sinistra, anzi è molto pericoloso trasformarlo in una ‘battaglia politica’. E poi io sono fuori dalla politica dal 2008, voglio sentirmi libera di parlare di questi argomenti con toni civili, senza etichette o appoggi nè da destra nè da sinistra».
 

Cosa si nasconde dietro questo episodio?
«Una lettera firmata da trenta genitori in una scuola di oltre 700 studenti che scatena tutto questo è un precedente antidemocratico molto pericoloso. Qui c’è puzza di antidemocraticità, amoralità e poco rispetto per i ragazzi: sono queste cose che creano distanza tra i genitori e i figli».


Pensiamo a un ragazzo omosessuale o transessuale che sta compiendo un percorso di consapevolezza. Tutto questo polverone cosa comporta?
«Ci fa fare tantissimi passi indietro. Il messaggio che passa è che la transessualità sia un argomento poco etico e attaccabile, che è meglio non parlarne, che crea disordine. Questa assemblea era (o sarà?) l’occasione per dire che se ne può, se ne deve parlare ovunque: l’unica vera tragicità è il silenzio omertoso».


Si aspettava che potesse succedere qualcosa del genere?
«No, anzi sono abbastanza sbalordita, ancora di più che sia successo a Modena. Adesso ancora più di prima mi sento una ‘Sentinella della libertà d’espressione’ (citazione non casuale), perché è di questo che si parla. Voglio essere contraddetta in un’assemblea pubblica».
 

È un invito ai genitori firmatari della lettera?
«Certo. Venite all’assemblea e dite la vostra, come deve succedere e come è sempre successo. State tranquilli: non trasmetto ‘transessualità’, ma soltanto la mia esperienza».

 

di Chiara Mastria