Modena, 29 marzo 2014 - Anche la Provincia di Modena, alla fine, è stata messa sotto la lente dalla guardia di finanza. Giovedì mattina le fiamme gialle hanno acquisito per conto della procura alcuni documenti, relativi all’utilizzo dei fondi pubblici per le spese dei gruppi consiliari e ai rimborsi chiesti dai consiglieri per i viaggi, le trasferte e le spese telefoniche. Le presunte irregolarità da accertare, riguardano gli anni 2012 e 2013, quindi non l’intero arco della legislatura: il sospetto è che qualcuno abbia usato le somme messe a disposizione dall’ente per pagare attività che il regolamento ‘non copre’.

Per il momento — assicura la Provincia — nessuno ha ricevuto avvisi di garanzia, ma non è escluso che ci siano indagati. L’accertamento, infatti, si innesta su un’indagine più ‘anziana’, già avviata da tempo.
Il fascicolo in procura è stato aperto sulla base di un esposto recapitato in corso Canalgrande. Qualcuno, quindi, ha denunciato irregolarità legate all’attività dei gruppi. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria, giovedì, si sono limitati a visionare e ad acquisire le copie dei documenti di interesse per l’indagine, nei prossimi giorni torneranno per prendere gli originali. Alla Provincia è stato chiesto di preparare una documentazione relativa alle modalità di rendicontazione dell’utilizzo dei fondi e delle spese di viaggio e missione. «Abbiamo massima fiducia nell’operato della magistratura — dice un tranquillo Demos Malavasi, presidente del consiglio provinciale — Chiederemo che questa indagine sia fatta nel minor tempo possibile, per avere rapide risultanze».

Alla sua serenità, però, fa da contraltare la comprensibile agitazione di altri membri del consiglio, che hanno accolto la notizia con espressione grave e malcelata preoccupazione. Fa ancora rumore, infatti, lo scandalo che ha investito la Regione Emilia Romagna solo qualche mese fa. Qui gli accertamenti hanno scoperchiato decine e decine di rimborsi pazzi e spese molto difficili da giustificare sostenute coi soldi dei contribuenti. In via Aldo Moro i fondi (pubblici) erano stati utilizzati per acquistare asciugacapelli, regali, alloggiare in alberghi di lusso e, addirittura, farsi rimborsare il ‘ticket’ del wc. Conforta il fatto che, nelle Province ormai al tramonto, girino molti meno denari.

Davide Miserendino