Modena, 11 aprile 2014 - Non è escluso un legame tra il terremoto che ha colpito la Bassa modenese il 20 maggio 2012 e l'estrazione di petrolio nella zona. E' quanto sostengono gli esperti del comitato tecnico-scientifico Ichese, incaricato dal Ministero per lo Sviluppo economico di valutare le possibili relazioni tra l'attività di esplorazione per gli idrocarburi e l'attività sismica in Emilia Romagna. Ne dà notizia la rivista scientifica ameriana 'Science'.

La relazione degli scienziati è stata depositata a febbraio alla Protezione civile di Roma e Vasco Errani, presidente dell'Emilia Romagna e commissario straordinario alla ricostruzione, ha a sua volta attivato un secondo gruppo di lavoro che la esamini. Entrambi i documenti sono attesi dalla procura di Modena entro Pasqua: il sostituto procuratore Lucia Musti, infatti, subito dopo le scosse aprì un fascicolo senza indagati sulle trivellazioni nella Bassa.

Secondo la relazione Ichese (finora tenuta nascosta) non si può escludere che le due scosse di magnitudo 5.9 del 20 e 29 maggio, siano state innescate dall'attività estrattiva effettuata nel sito di Cavone, a San Possidonio. Una probabilità che ora va approfondita e che apre un importantissimo dibattito sul piano scientifico.

Immediate le prime reazioni. “Fuori i documenti. O il silenzio della Regione sarà complice”, questo il duro affondo del capogruppo leghista Mauro Manfredini. “La giunta escluse il pericolo, ma - alla luce di quanto emerso dalla commissione - sul Cavone pesano oggi tremendi sospetti”, incalza il consigliere leghista.

Giovanardi invece fa riferimento allo stoccaggio di gas a Rivara: "Finalmente  è stato  autorevolmente  certificato - scrive in una nota - che tutte le leggende metropolitane  che hanno in qualche modo  messo in relazione il terremoto del  maggio 2012  con il progetto di stoccaggio  Gas di  Rivara, sono totalmente  prive di fondamento".

 

Valentina Beltrame