Modena, 17 aprile 2014 - Motor Show si’, ma non piu’ solo a Bologna. Avra’ una forma tutta nuova, e fara’ joint venture con il territorio la manifestazione fieristica dedicata ai motori, che Bologna Fiere riportera’ in essere il prossimo 6 dicembre, dopo un anno di stop.

Ad annunciare un progetto che “mettera’ in circuito anche Modena, per l’edizione del Motor Show 2014”, e che “servira’ a rilanciare la terra dei motori nel suo insieme”, e’ Duccio Campagnoli, presidente di Bologna Fiere, oggi a Modena per presentare l’attivita’ e progetti di Modena Fiere, controllata da Bologna, insieme al presidente dell’ente modenese, Alfonso Panzani.

“I bolognesi non se ne abbiano a male”, scherza Campagnoli, “ma la capitale naturale della terra dei motori e’ a Modena”. In pratica, si tratterebbe di eventi paralleli da organizzare nelle due sedi fieristiche e sul territorio, in occasione del ritorno della manifestazione motoristica. Una collaborazione che darebbe corpo alla espressa volonta’ di fare sistema.

“Il mio sogno e’ che chi arriva dall’Europa in aeroporto a Bologna per vedere il Motor Show - chiarisce Campagnoli - possa farsi un giro nel territorio e conoscere tutte le eccellenze in campo motoristico”, e pur trattandosi di un “progetto su cui si sta ancora lavorando”, specifica Campagnoli, “dovra’ comunque essere pronto a breve, visto che il 6 dicembre il Motor Show riaprira’ i battenti”.

Niente piu’ “muri tra i due enti- aggiunge Maurizio Torreggiani, presidente della Camera di Commercio di Modena- solo siepi a delimitare le specificita’”, ma “per il resto sinergie”, considerando che “tra Modena e Bologna ci sono solo 30 chilometri- conclude Torreggiani- soltanto i nativi possono pensare che si tratti di una distanza insuperabile”.

La collaborazione tra l’ente fieristico di Bologna e la sua controllata Modena fa parte di una strategia piu’ ampia di Bologna Fiere, che “punta a consolidarsi come la piattaforma fieristica di riferimento dei distretti industriali di tutta l’Emilia Romagna”, ha spiegato Campagnoli a Modena “dalla ceramica, all’agroalimentare, fino all’automotive”, in quanto “le manifestazioni promosse da Bologna Fiere rappresentano il riferimento espositivo a livello mondiale delle aziende leader di ognuno di questi distretti”.

Proprio per questo, “in quanto piattaforma di riferimento, Bologna Fiere merita, come gruppo, una attenzione istituzionale profonda”, aggiunge Campagnoli, anche in termini di investimenti.
“Chapeau al sistema Milano e al sistema Lombardia che realizzano investimenti molto importanti, ma anche noi ci siamo”, conclude il presidente di Bolognafiere, e “vogliamo esserci sempre di piu’”.

La strategia di Bologna Fiere, che “ha dato risultati per un fatturato da 110 milioni di euro nel 2013”, dei quali “circa 90 milioni sono fatti in casa”, continua Campagnoli “e che ha permesso di non fare, nel 2013, nemmeno una ora di cassa integrazione”, sta non solo in un modello articolato di gruppo “ma anche nel consolidamento dell’attivita’ di organizzatore fieristico diretto, sia a Bologna che a Modena che a Ferrara”.

Negli ultimi tre anni questa attivita’ e’ cresciuta e “il valore del fatturato realizzato da Bologna Fiere come organizzatore ha sfiorato, nel 2012, i 67 milioni di euro”, conclude il presidente “cifra che rappresenta il 58% dell’intero valore della produzione”, e “colloca BolognaFiere ai primissimi posti tra gli organizzatori fieristici internazionali e il piu’ alto tra le fiere italiane”.

Per Campagnoli “la nostra grande sicurezza e’ che ci facciamo tutto in casa”, e “Lineapelle o non Lineapelle- aggiunge il presidente- la solidita’ del gruppo Bologna Fiere deriva da questo. Siamo inaffrontabili”.