Avvocatessa minacciata: «Roviniamo la tua faccia con l’acido»

Lettera minatoria con la foto di una tanica. Ma l’unico sospetto è assolto

Una tanica di acido

Una tanica di acido

Modena, 27 aprile 2017 - Per il giudice non c’è prova incontrovertibile che sia lui l’autore della gravissima minaccia. Per questo ieri un 52enne di Mirandola, difeso dall’avvocato Tullio Virgili, è stato assolto per non aver commesso il fatto durante il processo con rito abbreviato in cui era imputato. La querela era stata sporta nel 2015 da una avvocatessa civilista di Modena che un giorno aveva ricevuto tramite posta ordinaria, all’indirizzo dello studio legale, una lettera minatoria con allegata la fotografia di una tanica di acido muriatico. C’era scritto su un foglio bianco al computer: «Ti faremo un regalino al più presto, sappiamo dove trovarti. Tu hai rovinato noi, noi rovineremo la tua faccia». Una intimidazione gravissima, anche alla luce dei recenti fatti della più brutta cronaca, che hanno visto donne sfigurate con l’acido. Inutile dire l’ansia che questa minaccia ha provocato nell’avvocatessa, soprattutto ogni volta che usciva dallo studio legale di sera. Per fortuna si è trattato di una minaccia isolata.

La professionista ha denunciato un uomo di Mirandola, il marito di una sua cliente in fase di separazione. La cliente, infatti, aveva ricevuto dal coniuge diverse lettere dello stesso tenore, con frasi quasi identiche. Sono partiti gli accertamenti di polizia giudiziaria e nel computer dell’indagato sono stati trovati appunto testi minatori, ma non quello recapitato all’avvocatessa, e nemmeno la fotografia della tanica. La stampante, inoltre, era compatibile con quella usata per stampare il foglio minatorio. All’uomo era quindi stato notificato un decreto penale di condanna, in pratica una molta da 3.700 euro, ma lui l’ha impugnato andando a processo con l’abbreviato. Ieri è stato assolto. L’avvocato Virgili ha sostenuto in aula che l’avvocatessa, visto anche il suo mestiere, avrebbe potuto ricevere tali minacce da numerose altre persone. Insomma, l’imputato non era l’unico che poteva avercela con lei. Il pm ha chiesto la condanna, mentre l’avvocato di parte civile Daniela Goldoni ha chiesto 3mila euro di danni. Ma l’uomo è stato assolto. «Dopo aver letto la sentenza – ha detto Goldoni – faremo quasi sicuramente appello».