"C'è ammoniaca nell'acqua, la procura intervenga"

La battaglia degli ambientalisti a Cava Rubbiani: 'I residenti temono per la loro salute, vogliamo la verità'

La Cava Rubbiani di San Damaso: i residenti sono preoccupati per i livelli alti di ammoniaca nell’acqua. Esposto in procura

La Cava Rubbiani di San Damaso: i residenti sono preoccupati per i livelli alti di ammoniaca nell’acqua. Esposto in procura

Modena, 22 ottobre 2016 - C’è qualcosa di anomalo alla Cava Rubbiani di San Damaso. Qualcosa che fa paura ai residenti e potrebbe convincere l’autorità giudiziaria a procedere con degli accertamenti. Due rapporti firmati Arpae datati 7 luglio e 8 agosto parlano chiaro: nella parte a valle dell’area sono presenti nell’acqua quantitativi di ammoniaca, potenzialmente cancerogena, ben al di sopra dei livelli minimi previsti per legge. Nella zona non c’è traccia di allevamenti zoologici intensivi, quindi il ritrovamento è ancora più allarmante perché, in teoria, potrebbe essere frutto di attività illecite che rispondono alla voce di ‘inquinamento ambientale’.

A denunciare la situazione sono Emilio Salemme della sezione modenese della Lac (Lega Anti Caccia) e Sabina Piccinini, capogruppo della lista civica Nuovo San Cesario. Supportati dal Movimento 5 Stelle di Modena, sono stati loro la scorsa primavera a fare diversi prelievi nella cava allertati dagli stessi abitanti, fino alla richiesta ufficiale dei sopralluoghi realizzati la scorsa estate da Arpae congiuntamente ai tecnici del Comune di Modena e al Corpo Forestale dello Stato. Oggetto dei controlli i due peziometri del ‘pozzetto 7’ disposti a monte e a valle del terreno in questione.

«Vogliamo capire se ci sono rischi per le falde che alimentano i pozzi da cui i residenti prendono l’acqua potabile», dicono in coro Salemme e Piccini. «Per questo – proseguono – la prossima settimana depositeremo un esposto in procura per richiedere carotaggi al fine di verificare l’eventuale inquinamento. Faremo anche un secondo esposto relativo alla cave di San Cesario a ridosso della fascia di rispetto dei pozzi che interessano l’acquedotto di Modena».

Ma veniamo ai valori comunicati dalla stessa Arpae al Comune il 12 agosto, ma giunti a Salemme e Piccinini solo il 5 ottobre scorso. Il responso dei sopra citati sopralluoghi di luglio e agosto è unanime: l’ammoniaca, contenuta nei campioni di acqua estratti nelle due occasioni, è risultata essere pari a 3,19 e 3,32 milligrammi per litro, quando il massimo permesso dalla legge è 0,5. Altrettanto elevati i quantitativi di ferro e manganese, rispettivamente intorno a 251 e 961 mg/l, con il limite fissato a 200 e 50.

«Le persone che abitano vicino alla cava non bevono quasi più acqua dal rubinetto hanno paura – aggiungono Piccinini e Salemme– Non vogliamo accusare nessuno, ma capire cosa sta succedendo». Esclusi gli sversamenti di liquami (non vi sono aziende zootecniche nelle vicinanze), i timori convergono quindi verso due ipotesi : nell’area sono interrati dei rifiuti potenzialmente nocivi oppure cava Rubbiani è la tappa finale di qualche azienda che viene a scaricare i residui delle proprie lavorazioni. «In una lettera – sottolinea Piccinini – l’assessore all’Ambiente Guerzoni ha garantito che non vi sono pericoli per i pozzi in quanto vi è uno strato argilloso impermeabile nel sottosuolo che esclude infiltrazioni. Posso anche crederci ma devono mostrarmi i documenti che lo provano e pretendo che vengano fatti nuovi scavi che escludano l’inquinamento».