Modena, muore a 4 anni nel campo nomadi

Il minore si è sentito male all’interno del camper dopo aver ingerito un farmaco. Aperta un'inchiesta per omicidio colposo

Il campo nomadi di San Matteo a Modena

Il campo nomadi di San Matteo a Modena

Modena, 2 marzo 2018 - Aveva la febbre alta, forse causata da un virus di stagione o dal freddo pungente di questi ultimi giorni. Così i genitori gli hanno dato un antibiotico ma poco dopo aver ingerito la pillola, il piccolo si è sentito male. A nulla sono valsi i soccorsi e i tentativi di rianimazione messi in atto dai sanitari del 118, arrivati subito sul posto. Il bambino, quattro anni, è morto poco dopo. La tragedia si è consumata domenica mattina all’interno del campo nomadi ‘abusivo’ di via Canaletto; quello, per intenderci, sotto la Tav, in località San Matteo.

Il bimbo si è sentito male mentre si trovava all’interno di uno dei vecchi camper parcheggiati in zona e i genitori, visto che la febbre non accennava a diminuire, hanno somministrato al piccolo una pastiglia di antibiotico. Subito dopo, però, il bambino ha avuto una crisi respiratoria e, nonostante l’arrivo immediato appunto del personale medico, per il minore non c’è stato nulla da fare. Per accertare le cause del decesso è stato aperto un fascicolo in procura - pare per il reato di omicidio colposo. Un atto dovuto al fine di consentire l’esecuzione dell’esame autoptico sul corpo del bimbo, effettuato ieri. Le prime ipotesi del decesso erano legale appunto al soffocamento a seguito dell’ingestione del farmaco; oppure ad uno choc anafilattico per un’eventuale allergia.

Ma, dai primi accertamenti emersi nel corso dell’autopsia, entrambe le ipotesi sarebbero da escludere. Saranno i medici del laboratorio di microbiologia del policlinico ad effettuare ulteriori indagini e accertamenti. Pare che alla base della prematura morte, però, ci sia una terribile verità: ovvero le condizioni in cui viveva il bambino. Non sono state trovate tracce di maltrattamenti o malnutrizione; è bene sottolinearlo. Ma parliamo comunque di condizioni di vita e ambientali estreme, soprattutto se il piccolo risultava particolarmente debole a causa della febbre e se la notte, mentre dormiva accoccolato sul lettino della roulotte, le temperature erano scese - come avvenuto gli ultimi giorni - di diversi gradi sotto lo zero. Perchè quelle in cui viveva il minore sono roulotte molto vecchie, mal coibentate e nel campo non ci sarebbero nè luce ne acqua corrente. Al contrario, però, la microarea pullulerebbe di ratti grossi come gatti. L’indagine sul triste destino del piccolo è ora in mano alla polizia ma sarà comunque la perizia medico legale a fornire dettagli certi sul decesso del bambino.

Quel che è certo è che i genitori, allarmati dai sintomi presentati dal minore, hanno subito contattato il 118 ma oramai, per intervenire, era tardi.

Il ‘campo nomadi’ che si è creato ormai da tempo a San Matteo, accanto al passaggio dell’Alta velocità, è noto alle cronache per i numerosi blitz delle forze dell’ordine e per le proteste dei residenti che, in passato, avevano sollevato preoccupazioni anche per le condizioni dei minori. A giugno dello scorso anno il campo era stato al centro di un’importante operazione dei carabinieri, che aveva messo in luce come la ‘piazzola’ fungesse da base alla cosiddetta ‘gang dei bancomat’.

I componenti, arrestati dai militari, avevamo messo a segno infatti ben 7 colpi nei confronti di banche, nelle quali avevano letteralmente scardinato i bancomat. Ma la situazione di degrado all’interno dell’area è stata più volte denunciata dai residenti, appunto, come la presidente di Confagricoltura Eugenia Bergamaschi, che era insorta affermando come «Noi residenti abbiamo ripetutamente denunciato la situazione di degrado, ma ci è sempre stato detto che queste persone non possono essere mandate via, perché uno di loro deve scontare gli arresti domiciliari (Andrea Seferovic, il capofamiglia) e perché tra loro ci sono diversi minorenni. Mi chiedo quale tutela ci sia per questi bambini».