Carpi, il sindaco chiede al prefetto di dire no a 40 profughi nello stesso stabile

Appello del primo cittadino: "L’Angolo non ci ha consultati"

Lo stabile

Lo stabile

Carpi (Modena), 25 luglio 2017 - L’accorato appello del sindaco di Carpi Alberto Bellelli, nella lettera inviata alla Prefettura, è che Paba faccia marcia indietro. Alla fine del mese dovrebbero arrivare in città 40 profughi (scaglionati) collocati dalla cooperativa sociale L’Angolo tutti nella stessa palazzina, suddivisi in 6 appartamenti su 3 piani. Oltretutto vicino al centro storico e vicino allo stadio dove viene chiusa la viabilità intorno durante le partite casalinghe.

Una decisione che va nella direzione opposta a quel modello di accoglienza diffusa di cui tanto si è parlato nei mesi scorsi durante gli incontri tra i sindaci nel palazzo del Governo: non collocare i profughi nella stessa zona per limitare l’impatto sociale. La lettera è inviata per conoscenza anche alla cooperativa L’Angolo che ha avvisato l’amministrazione solo dopo aver già stipulato il contratto di affitto con il proprietario dell’intero stabile, una vecchia palazzina disabitata da anni che in questi giorni muratori ed elettricisti cercano di ristrutturare a tempo di record.

«Sappiamo che le cooperative hanno un rapporto diretto con la Prefettura e possono scegliere in automia gli alloggi – spiega Bellelli – ma fino ad oggi i gestori presenti sul nostro territorio ci hanno sempre contattato prima di stipulare il contratto d’affitto con il privato, confrontandosi con noi sulla zona scelta, sui servizi presenti nel quartiere. Questa volta non è avvenuto, la coperativa L’Angolo ci ha messo di fronte al fatto compiuto».

Solo una settimana fa Bellelli ha saputo della collocazione di 40 profughi nella stessa palazzina, soluzione approvata dalla Prefettura pare un mese fa, in barba agli sforzi del Comune di limitare l’impatto sociale cercando alloggi in zone diverse. «Non possiamo sballottare queste persone da un posto all’altro - incalza Bellelli - accoglienza non significa solo trovare un alloggio ma anche garantire un progetto di formazione e volontariato cercando i possibili impieghi nel quartiere e cercando di non creare agitazione sociale».

Invece i residenti di via Marx non sapevano nulla, al pari dell’amministrazione. «Spero che i cittadini non pensino che abbiamo voluto nascondere l’arrivo dei profughi». Il Comune ha le mani legate, è la Prefettura ad avere l’ultima parola sugli alloggi presentati dalla cooperativa L’Angolo. Nella lettera di fuoco inviata ad entrambi Bellelli chiede che i numeri assegnati alla palazzina di via Marx vengano «ridimensionati da subito, abbiamo sempre collaborato i nome di un modello di accoglienza diffusa condiviso da tutti i sindaci: ci auguriamo che il nostro parere venga preso in considerazione».

Per l’amministrazione la palazzina sarebbe adatta ad ospitare al massimo 15-20 profughi, non il doppio come invece prevede l’accordo stipulato tra la cooperativa e un privato proprietario dell’intero stabile disabitato da alcuni anni.