Ispezione al centro profughi di Montese: "Sovraffollato e cucina sporca"

Gli stranieri sono 21 ma il limite è 10. Il Comune scrive a prefetto e Alfano

Un gruppo di migranti (Foto archivio StudioSally)

Un gruppo di migranti (Foto archivio StudioSally)

Montese (Modena), 25 agosto 2016 - Sembra un porto di mare il Centro di accoglienza di cittadini stranieri creato nella ex locanda ‘San Rocco’ nella frazione San Giacomo di Montese. Due mesi fa arrivarono i primi tre nigeriani e, a seguito della presa di posizione del sindaco Luciano Mazza, la Prefettura assicurò che i profughi non avrebbero superato il numero di 10 nell’intero comune. Arrivi e partenze si sono susseguiti con un picco di 31 presenze, scese a 4 e ritornate ora a 21.

Ieri, il sindaco, ha preso di nuovo carta e penna e ha scritto una dura lettera al ministro degli Interni Angelino Alfano e al Prefetto di Modena, nella quale ribadisce «il disagio e la contrarietà personale e dei cittadini in merito alla situazione del Centro di accoglienza», che ha visitato martedì scorso assieme a personale dell’Ausl di Vignola.

Nella missiva, Mazza ha evidenziato «le problematiche esistenti sul territorio, per la presenza di una popolazione residente molto anziana, con rilevanti costi sociali e assistenziali, la distanza dai presidi socio sanitari e la carenza di servizi pubblici di collegamento».

Sottolinea che il 10 agosto gli ospiti presenti nella struttura erano 31 e che si è verificato un caso di ricovero per problemi infettivi. Sottolinea che dal sopralluogo sono emerse diverse problematiche: «Nei locali cucina l’igiene è carente, c’è scarsa pulizia in particolare dei pavimenti; l’attività di preparazione dei pasti viene eseguita dagli ospiti in palese contrasto con quanto stabilito dalla convenzione; le 8 camere al primo piano dell’immobile sono occupate da 21 ospiti più un referente; dei 21 ospiti solo 3 sono in possesso di documento di riconoscimento; nella struttura non è presente alcun registro degli ospiti; non è stato possibile verificare i certificati sanitari relativi alle vaccinazioni eseguite; non risultano servizi per l’integrazione degli ospiti, come previsto dalla convezione».

Chiede pertanto al Prefetto di adottare «urgenti provvedimenti per il rispetto delle regole e delle normative, e di applicare gli accordi presi con il Comune che prevedono «un numero massimo di 10 ospiti e la successiva chiusura del Centro nel giro di breve termine». Qualora ciò non avvenga minaccia il passaggio alle vie legali e amministrative, «compreso l’emissione di ordinanze tese alla riduzione degli ospiti».