Chiude la salumeria Fochetti. Sua la celebre ‘sassolina’

Un pezzo di storia di Sassuolo che se ne va

La salumeria e, accanto, Giuseppe Bondi e la moglie Elena Berti, per tutti la ‘Ucci’

La salumeria e, accanto, Giuseppe Bondi e la moglie Elena Berti, per tutti la ‘Ucci’

Sassuolo, 23 ottobre 2016 - Il terzo millennio si porta via un altro pezzo di Sassuolo, ovvero la storica salumeria ‘Fochetti’ per la quale, il primo fine settimana di novembre sarà, fate voi, l’ultimo di lavoro o il primo di vacanza. E la bottiglia di Cartizze che Giuseppe Bondi fu Fochetti, titolare della bottega, stappèrà sabato 5 alle 19,30 circa – usanza che si rinnova da decenni, a ridosso dell’orario di chiusura del sabato – sarà l’ultima il cui tappo salterà al cospetto dei clienti in attesa. «Siamo stanchi. Io – dice Giuseppe – lavoro dal 1958, mia moglie Elena è in negozio con me da 47 anni: abbiamo deciso che abbiamo ‘dato’ abbastanza, anche se il dispiacere è grande. Per noi e per i nostri clienti».

Già, i clienti: tutti a loro modo già orfani, ma rassegnati: del resto la voce in città girava da tempo, accompagnata da un pizzico di preoccupazione. «Ma è vero che Beppe e la Ucci chiudono?», la domanda, dentro la quale c’è un pizzico di sgomento ma anche il dispiacere per un’altra bottega storica che chiude e ingrigisce ancora di più una Sassuolo sempre più in crisi di identità. Sia perché ‘Fochetti’ era una delle eccellenze sassolesi, meta sia del bel mondo cittadino che di moltissima gente comune, con clienti che arrivavano da ovunque, soprattutto a Natale complice l’inimitabile ‘sassolina’. Sia perché ‘Beppe e la Ucci’, ovvero Giuseppe Bondi, 76 anni festeggiati a marzo, e sua moglie Elena Berti, che di anni ne fa 72 ad agosto, hanno scelto di dire basta.

Chiudendo una bottega che, racconta Beppe, «mio nonno aprì nel ’32. Io – dice – sono entrato nel 1958, eravamo in via Cavallotti, da dove ci siamo spostati nel 1991». Fanno 84 di attività della ‘bottega’, 58 anni dietro al banco per Beppe e 47 per sua moglie, e fanno 25 anni e mezzo in viale XX settembre, dove quella luce spenta, dal 4 novembre in avanti, farà parecchio tristezza, segnando una sorta di anno zero per Beppe e la Ucci che, spiegano, faranno i nonni e si godranno quel tempo libero «che non abbiamo mai avuto». E anche per migliaia di sassolesi che, per la prima volta da mezzo secolo a questa parte, festeggeranno il Natale senza mettere in tavola ‘la sassolina di Fochetti’, simbolo di una storia cui Beppe e la Ucci hanno scelto di mettere la parola fine. Con una decisione sofferta, «ma presa – dicono – irrevocabilmente, anche se a malincuore».