Modena, degrado in zona Mef. "Alla sera abbiamo paura"

Residenti e negozianti. "Spaccio, risse e sporcizia e coprifuoco dalle 19,30. Altro che Museo Ferrari"

I turisti entrano al museo senza vedere altro in zona

I turisti entrano al museo senza vedere altro in zona

Modena, 19 febbraio 2018 - 120 anni fa nasceva il più celebre modenese della storia, il grande Enzo Ferrari. Difficile oggi immaginare com’era allora quel pezzo di città dove ora sorge la casa natale del Drake trasformata in un museo. Era una Modena che vedeva i primi sussulti di un’imprenditorialità che di lì a poco sarebbe esplosa traformando la città della Ghirlandina nella culla dell’ingegno applicato ai motori e non solo.

«Una zona diventata fiore all’occhiello della città con la presenza della Casa Museo Enzo Ferrari – scrive Confesercenti - ma che al tramonto mostra qualche criticità dal punto di vista della sicurezza, anche delle persone.» Già. Perché nonostante l’apertura del Mef che ha portato turisti nell’area, per chi ci vive e ci lavora le cose non vanno affatto bene, anzi; al prestigio di casa Ferrari non corrisponde una valorizzazione di tutta la zona.

«Non c’è prestigio affatto – tuonano Federica Poletti e Laura Turrini che hanno aperto uno studio d’arte proprio in via Ferrari - qui ci sono studi aritstici importanti, c’è un ristorante ricercato, ma rimaniamo tutti nell’ombra, la cultura qui non ha lo spazio che merita. Spaccio e prostituzione continuano – sottolinenao le due ragazze – non esiste alcun percorso di rivalutazione della zona e non ci sono iniziative che portino qui le persone che hanno voglia di esplorare anche l’arte contemporanea».

Daniele Toro, titolare di un bar di fronte al museo, si accende come un fiammifero: «La situazione qui è sempre uguale – si sfoga – da quando hanno aperto il museo non è cambiato nulla; i tour operator portano la gente con i bus dentro, noi non veniamo mai coinvolti in nessuna iniziativa, io di turisti ne vedo circa 250 in un anno, non di più. Qui sono scappate tante attività, lavoriamo perché abbiamo clienti fissi ma se dovessimo lavorare con il museo converrebbe chiudere. Per non parlare dello spaccio e della delinquenza – prosegue il commerciante – l’altra sera sono arrivate due ambulanze perché si sono feriti con delle bottiglie e di notte qui nessuno controlla».

Il degrado è ben visibile anche in pieno giorno. Sabato pomeriggio di fronte a un gurppetto di turisti che attendevano di entrare al Mef due tossicodipendenti si bucavano nello sapzio incolto prorpio di fronte all’ingresso del museo, tra un materasso abbandonato, bottiglie vuote e un cucchiaio lasciato per terra dopo una dose.

«Io sono qui da poco – dice Ilaria Stefanelli, una commerciante di via Piave – ma chi è di Modena conosce la situazione. E’ un peccato, siamo a due passi dal centro ma quando esco alle 19,30 ed è buio ho sempre paura».

«Con gli sforzi fatti in passato per valorizzare la zona – sottolinea Confesercenti – l’auspicio ora sarebbe quello di potere frequentare la strada in tranquillità e sicurezza pure il tardo pomeriggio e la sera. Pur riconoscendo il lavoro indefesso e portato avanti con cura dalle forze dell’ordine in città invitiamo, al fine di evitare eventuali futuri episodi spiacevoli, a un maggior presidio del territorio ed in particolare nelle ore serali», conclude l’associazione imprenditoriale.