Dona il rene alla moglie: «Un grande gesto d’amore»

Sassuolo, la storia di Tatiana, affetta da una grave malattia e operata a Parma: 'I medici e mio marito sono stati fantastici'

Tatiana e il marito

Tatiana e il marito

Sassuolo (Modena), 18 novembre 2017 - Un regalo grande quanto la vita. Un estremo gesto d’amore che Adriano Gianaroli ha voluto fare a sua moglie donandole un rene. «Non gliel’ho chiesto io – sorride Tatiana Cavallini – non lo avrei mai fatto, è stato lui a offrirsi...». Un dramma familiare, oggi fortunatamente a lietissimo fine, cominciato a fine 2008, quando sulla famiglia che vive a Sassuolo cala l’ombra della malattia. Da un banalissimo esame del sangue si scopre che la signora Tatiana è affetta da glomerulonefrite, una patologia autoimmune, silenziosa e inesorabile, che ha colpito entrambi i reni e a breve, senza dialisi, avrebbe portato alla morte.

«Mi sono rivolta al Policlinico di Modena – racconta la donna di 48 anni, impiegata – dove hanno provato a fermare il decorso della malattia». Nel 2014 le dicono che per salvarsi occorre un trapianto di rene: «Una dottoressa ha preso a cuore il nostro caso e ci ha spiegato che per il trapianto le possibilità erano da vivente o da cadavere». Gli altri componenti della famiglia travolta da «una batosta morale» si fanno avanti: prima la figlia Valentina, quindi il marito. «Il problema – continua Tatiana – è che il gruppo sanguigno non era compatibile, una circostanza che avrebbe reso inutile oltre che pericoloso il trapianto». L’unica possibilità, viene detto alla coppia, sposata da 23 anni, è rivolgersi all’ospedale di Parma dove si praticano queste operazioni anche nei casi di gruppi sanguigni ‘AB0’ incompatibili.

Dal 2015 la situazione si aggrava, la signora va in dialisi. Non c’è altra scelta a quel punto che rivolgersi a Parma, dove a febbraio scorso è entrato in scena il dottor Umberto Maggiore, tra i maggiori esperti in Italia in questo tipo di trattamenti. «Il trapianto tra reni incompatibili – spiega il nefrologo – in Italia è stato eseguito per la prima volta a Parma nel 2008 quando era una pratica consolidata in Svezia, Usa e Giappone. La peculiarità non sta tanto nell’intervento in sè, quanto nella preparazione delle condizioni interne di chi riceve l’organo a evitare il possibile rigetto».

L’operazione chirurgica è stata eseguita il 28 settembre, ora la donna conduce una vita regolare: «Continuo a fare i controlli – dice Tatiana – ma finalmente non passo le sere attaccata alla macchina. Il gesto di mio marito è stato meraviglioso». Lui, 60 anni, ex operaio in pensione, che ora vive con un rene solo, si schermisce e sorride: «Non ci ho pensato su molto, lo ritengo un gesto normale, sto bene, avverto solo un po’ di stanchezza». Tatiana Cavallini ringrazia «il nefrologo, i chirurghi, infermieri e oss di nefrologia dell’ospedale Maggiore di Parma. Sono stati fantastici».