Carpi, maxi furto di gioielli e pietre rare a casa del parroco

Il sacerdote Spinardi: "Con un metal detector hanno trovato lo scrigno. Li conservavo per la mia nipotina"

Carabinieri (Foto di repertorio)

Carabinieri (Foto di repertorio)

Carpi (Modena), 25 ottobre 2016 - Maxi furto ad opera di ignoti che, la notte tra venerdì e sabato in via del Cimitero Israelitico, hanno saccheggiato l’abitazione del parroco don Antonio Spinardi. Il sacerdote non era in casa al momento del colpo in quanto, dopo il sisma del 2012, svolge la sua attività ecclesiastica nelle parrocchie di Santa Caterina e San Giovanni a Concordia. Il brioso parroco pur essendo a riposo da anni, dopo una vita passata tra gli agenti della Guardia di Finanza quale sacerdote militare, è ritornato a prestare la sua opera spirituale ai fedeli del suo paese natale.

A raccontare la scoperta dell’indesiderata intrusione è lo stesso don Tonino: «Ho lasciato l’abitazione in via del Cimitero venerdì mattina alle 11 e ho raggiunto l’abitazione parrocchiale di Concordia. Ad avvisarmi sabato mattina, insospettito dalla finestra del balcone insolitamente spalancata, è stato il mio vicino. Ho subito raggiunto il condominio di Carpi non riuscendo ad entrare in casa perché chiusa con il catenaccio dall’interno. Abitando al primo piano con l’aiuto di una scala un giovane residente è salito sul balcone ed è entrato per aprire la porta. Stranamente l’abitazione non era a soqquadro pur presentando tutti i quadri delle pareti staccati e poggiati sul pavimento. Anche cassetti e le ante di armadi e dispensa si presentavano spalancati.

Molto probabilmente con l’aiuto di un metal detector i ladri hanno scovato lo scrigno in cui custodivo i monili che, accumulati nel tempo, erano destinati alla mia nipotina di otto anni. Catene, medaglie e varie collane in oro e alcune pietre rare sono stati il bottino dei malviventi. Hanno trafugato anche la chiave di scorta e l’atto di proprietà della mia Volkswagen convinti che fosse parcheggiata sotto casa. E’ possibile che si tratti delle persone sospette che, nei giorni precedenti, alcuni vicini avevano segnalato alle forze dell’ordine. Fortunatamente il concessionario dell’auto ha reso inutilizzabile la chiave di scorta dell’auto in possesso dei malviventi e i carabinieri, a cui ho sporto denuncia, hanno attivato le indagini». Il valore della refurtiva è quantificabile in 25mila euro. «Hanno risparmiato le medaglie ricordo del servizio ecclesiastico prestato in tante compagnie militari per una vita. Di certo nel bottino non ci sono soldi che d’abitudine non tengo in casa».