Modena, sovraffollamento a Ingegneria. Confindustria pronta ad aiutare

Il vicepresidente Caiumi: "Troveremo spazi. Tanti studenti, è un bene"

Caiumi

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Modena, 22 settembre 2017 - Aule sovraffollate e nuovi spazi da individuare il prima possibile. Al Dipartimento di Ingegneria ‘Enzo Ferrari’ sono giorni intensi sotto tanti punti di vista. La buona notizia è il boom di preimmatricolati per i corsi di Ingegneria Meccanica e del Veicolo (quasi 600) che mai come quest’anno hanno invaso il campus dell’Unimore, sulla scia dei dati occupazionali che confermano un trend ‘infallibile’ (la quasi totalità di laureati trova un posto fisso entro i primi dodici mesi).

La nota stonata è, come scritto due giorni fa, la mancanza di aule, tanto da avere costretto il dipartimento ad aprire la sala del Tecnopolo per accogliere le lezioni più affollate. Diventa urgente, quindi, cercare nuove soluzioni per garantire ai tanti studenti – molti da fuori provincia – un percorso formativo impeccabile. E risponde ‘presente’ all’appello fatto dal rettore Andrisano Confindustria Emilia, protagonista con le proprie imprese associate di una stretta collaborazione con l’Unimore. Il vicepresidente dell’associazione, Valter Caiumi, tende la mano all’ateneo, plaudendo al contempo allo strepitoso appeal di Ingegneria.

Dottor Caiumi, siete pronti a dare una mano per trovare nuovi spazi?

«Ci stiamo muovendo col Comune e con l’università per aiutarli a individuare soluzioni definitive nel breve periodo che consentano agli studenti di frequentare le lezioni serenamente evitando rimedi a tempo. Ha sicuramente fatto benissimo il rettore a prevedere l’uso della sala principale del Tecnopolo».

Come legge le difficoltà relative al sovraffollamento di Ingegneria?

«Io penso che l’emergenza vada letta in chiave positiva. Se c’è un boom di preimmatricolati vuol dire che il nostro ateneo ha finalmente guadagnato l’attenzione che meritava a livello nazionale e non solo. In questo senso ha pagato il grande lavoro fatto dal rettore per attivare sempre più progetti con le aziende che tutto il mondo ci invidia».

Insomma, le collaborazioni avviate, per esempio, con big come Ferrari e Maserati hanno portato i loro frutti.

«Assolutamente sì. Le nostre imprese cercavano da anni un certo tipo di professionalità e ora dobbiamo essere bravi a rispondere nel modo migliore alle richieste degli studenti. Il territorio, inteso non solo come Modena ma come tutta la via Emilia e le eccellenze che vi si affacciano, ha necessità di figure legate al mondo dell’Ingegneria applicata all’automotive e questo ritorno di interesse verso materie così complesse è un segnale che stiamo andando nella giusta direzione».

Cosa bisogna fare per dimostrarsi pronti a questa crescita eccezionale di iscritti al Dipartimento ‘Enzo Ferrari’?

«Siamo davanti a un’opportunità che va tenuta viva e costante negli anni, in modo da costruire uno zoccolo duro di laureati in Ingegneria. In questo senso sono importantissime le collaborazioni con gli altri atenei regionali. Mi vengono in mente, per esempio, le due nuove lauree magistrali attivate con la Motorvehicle University of Emilia-Romagna che coinvolgono, oltre a Modena, Ferrara, Bologna e Parma».