La storia di Laura Manfredi, da Castelvetro a moglie del bandito Boe

L’uomo, scercerato ieri, rapì Farouk Kassam

Laura Manfredi

Laura Manfredi.

Modena, 26 giugno 2017 - E' tornato in libertà, dopo 25 anni, Matteo Boe, l’ex bandito responsabile del rapimento, avvenuto il 15 gennaio del 1992 a Porto Cervo, del piccolo Farouk Kassam. All’epoca il piccolo aveva sette anni e Boe gli tagliò un orecchio che fu poi recapitato al padre del bambino all’interno di una busta. Il suo nome rimbalzò anche nel 1988 nella vicenda del rapimento della reggiana Silvana Dall’Orto. Ma la sua storia ha un risvolto modenese: a quei tempi la moglie di Boe era Laura Manfredi, oggi 56 anni, originaria di Castelvetro, ma da anni residente in Sardegna. I due hanno anche avuto tre figli, una dei quali, Luisa, venne uccisa nel 2003 a 14 anni in circostanze misteriose mentre era affacciata al balcone di casa. La sua tomba tra l’altro si trova proprio a Castelvetro. Fu la madre a decidere di spostare la salma a per protestare contro il clima di omertà che a suo parere impediva di trovare i colpevoli di quell’omicidio. Questa vicenda dolorosa ebbe infatti strascichi giudiziari: Laura accusò l’allora maresciallo dei carabinieri di non aver indagato a sufficienza e andò sotto processo per calunnia, uscendone comunque assolta. Ancora oggi l’uccisione della ragazza è senza colpevoli: ci fu chi disse che si trattava di una vendetta nei confronti di Boe, ma che l’obiettivo in realtà fosse la moglie: il killer l’avrebbe scambiata per la giovane figlia.

Gli altri due figli Marianna e Andrea, hanno lasciato la Sardegna e lavorano in Emilia. Nel frattempo Laura Manfredi si è rifatta una vita con un uomo di Lula, il paese nel Nuorese dove farà ritorno Matteo Boe. Laura conobbe Boe da giovanissima, quando ancora era una studentessa universitaria iscritta alla facoltà di Agraria all’università di Bologna e lui era un suo compagno di corso. Un amore folle, che la spinse persino ad aiutarlo ad evadere dal carcere dell’Asinara nel 1986, dove lui era detenuto per un rapimento: fu lei a salire sopra un gommone ripescando nell’acqua il compagno. Lo nascose, fino a quando non vennero scoperti in Corsica con la famiglia nel 1992.

Un episodio che le costò una condanna, per la quale lei anni dopo chiese la riabilitazione giuridica, ovvero la cancellazione dal certificato penale. Nel 2009 Lura Manfredi scrisse anche un libro autobiagrafico dal titolo «L’inconveniente», in cui ripercorreva soprattutto il drammatico omicidio della figlia. Ora Matteo Boe andrà a vivere nella casa della madre, in piazza Sos Ballos, a due passi dal municipio, dove i fratelli hanno preparato un appartamento tutto per lui.