"Troppe case vicino alle fonderie, espansione urbanistica inopportuna"

Nel 2013 le autorità ambientali bocciarono la situazione alla Madonnina

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Modena, 30 marzo 2017 - Residenti della Madonnina preoccupati. Scuole allarmate. Lettere al sindaco per i miasmi. Le Fonderie cooperative di Modena continuano ad essere al centro del dibattito. Solo l’accesso agli atti dell’avvocato Chiara Costetti permetterà di scoprire se ci sono segnalazioni di pericolo trascurate o addirittura ignorate, ma nell’attesa esistono già elementi che suggeriscono un’attenzione particolare delle autorità ambientali sullo stabilimento di via Zarlati e l’area circostante. In questo senso, sono interessanti ed emblematici alcuni passaggi contenuti nei vari rinnovi dell’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale necessaria per certi tipologie di attività. Sia chiaro: dai prospetti non emergono violazioni o sanzioni, ma sottolineature che potrebbero rivelarsi utili se i residenti vorranno procedere con un esposto o una denuncia in Procura. La prima, che riguarda più le amministrazioni comunali del passato che l’azienda in sé, appare a pagina 3 della determinazione 149 del 2013 dove si spiega che «nell’area limitrofa all’impianto (nonostante ne fosse stata evidenziata l’opportunità) negli ultimi anni si è avuta un’espansione delle zone residenziali che si sono avvicinate alle fonderie creando un aggravio di una situazione già sensibile». Proprio la realizzazione di nuove abitazioni nel raggio di un chilometro dal sito (ma sotto la lente d’ingrandimento dell’accesso agli atti c’è anche la fonderia Ponzoni in via Cesare della Chiesa) è stata spesso in passato motivo di dissapori e proteste. Non sono pochi, infatti, i residenti che anche nell’ultimo incontro di una settimana fa alla Madonnina hanno confidato di «avere comprato casa in seguito alla promessa che le fonderie avrebbero traslocato altrove».

Va altresì detto, a favore dell’azienda, che nelle righe successive del documento si dice che la stessa «già nel corso della prima Aia ha iniziato un percorso di aggiornamento tecnologico, effettuando nel contempo diversi interventi di mitigazione che hanno significativamente ridotto (ma non eliminato) le segnalazioni dei residenti». Rassicurazioni a parte, l’estratto dimostra che la convivenza stretta tra palazzine e stabilimento è sempre stata sconsigliata dalle autorità ambientali. Altrettanto significativo un parere dell’Arpa, incluso nella determinazione datata 24 giugno 2015, in cui si evidenzia che «in base allo studio effettuato in accordo con amministrazione comunale e Ausl le emissioni diffuse di odori provenienti dalle zone di raffreddamento staffe e raffreddamento siviere, rappresentano particolari criticità. In tal senso – continua il testo – si ritiene necessario che il futuro progetto tenga in considerazione anche la realizzazione di specifici presidi tecnologici volti alla mitigazione delle sostanze odorigene emesse». Nella comunicazione di Arpa si fa poi riferimento a «un’ ispezione programmata a seguito di una grave inosservanza trasmessa dallo scrivente Distretto in data 28 maggio 2015...». Impossibile capire qualr sia stata ‘l’inosservanza’ citata, ma sarà quasi sicuramente l’accesso agli atti a svelarlo.