Modena, Maria Grazia Modena pubblica il secondo libro

La prof assolta: "Vi racconto la vera cardiologia, io vittima di una lotta di potere".

Maria Grazia Modena (Fiocchi)

Maria Grazia Modena (Fiocchi)

Modena, 22 marzo 2017 - «Non sarà questo libro a seppellire il caso. Perchè non si può cancellare qualcosa che non è mai esistito. Sono pagine che racchiudono l’unica verità possibile e che dimostrano fino in fondo come, carte alla mano, il caso cardiologia non ci sia mai stato». Seduta sul suo divano accanto al fedele amico Manhattan, il bassotto che mai un secondo si è allontanato da lei, la professoressa Maria Grazia Modena parla del suo secondo libro che sarà presentato proprio oggi. Non più ‘la sua verità’ – a cui faveva riferimento il primo testo, uscito a luglio 2013 – ma una verità obiettiva sul maxi processo, quella che la cardiologa ritiene giusto che la gente sappia a fronte della sua assoluzione, in appello, da tutti i reati gravi che le erano stati contestati.

Professoressa, come mai ha deciso di scrivere un secondo libro? «Il silenzio e il dolore sono durati abbastanza. L’ho iniziato tanto tempo fa e l’ho terminato quando sono stata assolta da reati estremamente gravi che mi hanno precluso ogni facoltà di poter svolgere il mio ruolo di professionista e di docente. E’ uno sfogo; un’analisi di tutti gli accadementi di cui sono stata oggetto e che rappresentano una grande montagna di calunnie e pagine di atti d’accusa falsi».

Cosa è cambiato nella sua vita in questi anni? «Tutto. Perchè, comunque, sono stata sbattuta sui giornali come una delinquente assetata di successo e di soldi e nulla sarà mai più come prima. E quello che mi ha bruciato di più è stato il sentirmi inutile, nonostante io abbia trascorso ore, giorni e mesi a studiare, a scrivere, a sottoporre progetti. Ed è stato doloroso, essendo sospesa, non poter visitare i miei pazienti ma sono sempre andata avanti a testa alta. Non sapevo cosa sarebbe accaduto ma non potevo mollare e l’amore prima di tutto di mio marito mi ha aiutato ad andare avanti».

Cosa vorrebbe far emergere da queste pagine? «Vorrei che le persone capissero che non c’è mai stato un soldo e neppure un morto. Insomma, non è mai esistito un caso. Per anni è stata ‘venduta’ una montatura che ha fatto comodo a chi l’ha ideata ma i castelli di carta prima o poi cadono. Quello che desidero nel profondo dell’anima è che l’assoluzione che mi è stata riconosciuta dai giudici si traduca in un riconoscimento di quello che è giusto; il poter guardare avanti sapendo che la Modena non è più vista come una delinquente. Al di là di ogni sentenza la gente deve leggere qualè la verità».

Cosa contiene il libro? «Quello che non è mai accaduto. Un sipario calato su una messinscena. Fatti e deposizioni che nel tempo hanno sgretolato ogni calunnia e che hanno invece messo in luce un’altra verità, quella di cui nessuno parla. Focolai di rivolta professionale e guerre intestine in un reparto d’eccellenza, per garantirsi gli onori e i privilegi di un posto ambitissimo che io scelsi di affidare ad una persona. Non per costruirvi un sodalizio, ma per permettere – visto il suo spessore professionale – al reparto di crescere».

Cosa nasconde il ‘non caso’ cardiologia? «Un’insieme di gelosie, invidie locali e lotte di potere. E la dimostrazione che un accanimento del genere non sarebbe mai successo ad un uomo».

Cosa vorrebbe adesso? «Poter tornare ad essere quello che sono sempre stata; tra i miei reparti, i miei studenti e i miei pazienti. Semplicemente la professoressa Modena».