Lo spacciatore si ‘pente’: «Ho perso la testa»

Convalidato l’arresto del 24enne che ha provocato l’incidente con feriti in viale Italia: resta in carcere

L’auto del malvivente

L’auto del malvivente

Modena, 25 ottobre 2016 - «Ho perso la testa quando ho visto la polizia, pensavo di avere gli agenti dietro e non ho capito più nulla. Mi dispiace per le persone ferite, chiedo scusa».

Dopo l’exploit di venerdì, ha avuto un atteggiamento tutto sommato remissivo Said Bouadili, il 24enne marocchino arrestato dopo il mega incidente tra viale Italia e via San Faustino e comparso ieri mattina davanti al giudice per le indagini preliminari per la convalida dell’arresto.

L’immigrato, che trasportava nella sua Opel Astra mezzo chilo di cocaina, è infatti passato col semaforo rosso in via San Faustino scontrandosi contro una Polo e una C3 e finendo ‘ribaltato’ in mezzo all’intersezione. Se lui è uscito praticamente illeso dalla sua macchina, nello schianto sono rimaste ferite in modo grave una bambina di 5 anni e la nonna di 79.

L’arresto è stato convalidato e il 24enne, difeso dall’avvocato Enrico Fontana, è accusato di lesioni volontarie (sotto il profilo del dolo eventuale poiché si ritiene che passando col rosso abbia accettato il rischio di ferire qualcuno), detenzione di droga ai fini di spaccio e resistenza a pubblico ufficiale. Per il marocchino è stata confermata la custodia cautelare in carcere.

L’uomo, il giorno dell’incidente, stava trasportando un carico di droga da Campogalliano a Modena, almeno questo è quanto avrebbe riferito ieri: sul fatto sono in corso indagini da parte della squadra mobile. Domiciliato in via Delle Suore e ‘integrato’ in città, ha un fratello e una fidanzata nel Modenese, e un permesso di soggiorno in attesa di rinnovo.

Era già stato arrestato a gennaio di quest’anno sempre dalla polizia con un chilo e mezzo di ‘coca’, e aveva patteggiato una pena inferiore ai 3 anni (per questo non era in carcere) che stava scontando ai domiciliari col permesso di uscire per andare al lavoro. Il suo mestiere era però quello di corriere della droga.

L’indagine della squadra mobile, coordinata dal pm Marco Niccolini, è ancora in corso anche per capire per chi ‘lavorasse’ Said. Per lui si profilano la citazione diretta a giudizio e il processo.