Tragedia all’ospedale di Sassuolo, neonato muore a un’ora dal parto

La 35enne è stata trasferita da Pavullo, dove tra le polemiche è stato chiuso il punto nascite

L’ospedale di Sassuolo dove la 35enne, di Pavullo, è stata trasportata dall’ambulanza

L’ospedale di Sassuolo dove la 35enne, di Pavullo, è stata trasportata dall’ambulanza

Modena, 29 ottobre 2017 - Tragedia all’ospedale di Sassuolo: un neonato è morto un’ora dopo la nascita; a nulla sono valsi i tentativi dei sanitari di salvarlo. La madre, una donna di 35 anni di Pavullo - dove nonostante le numerose polemiche è stato chiuso il centro nascite - , alla 37/a settimana della sua seconda gravidanza, è stata trasportata alle 7 in ambulanza all’ospedale di Sassuolo a causa di un sospetto distacco di placenta.

Sospetto purtroppo confermato, con la diagnosi di un distacco massivo di placenta con bradicardia fetale. L’equipe ha immediatamente eseguito il cesareo d’emergenza, che alle 7,21 ha permesso di estrarre il feto ancora vivo, seppur in severa bradicardia. Il neonato è stato affidato all’équipe pediatrica-anestesiologica, ma tutte le manovre attuate sono risultate vane e il decesso è avvenuto circa un’ora dopo la nascita.

La tempestività delle procedure ha invece consentito di evitare gravi conseguenze per la mamma, ora ricoverata in condizioni stabili nell’ospedale di Sassuolo. "Ci stringiamo alla famiglia in questo momento difficile e doloroso – ha detto il direttore dell’Azienda Usl Massimo Annicchiarico – nella consapevolezza di aver offerto la miglior assistenza possibile alla mamma ed al suo bambino, a conferma di quanto, nonostante le tante semplificazioni o peggio strumentalizzazioni su questo tema, sia determinante offrire l’assistenza adeguata e in centri qualificati a donne e neonati nei rarissimi ma drammatici eventi che possono verificarsi anche in gravidanze fisiologiche".

Il riferimento è appunto alla recente chiusura del punto nascite di Pavullo per lo scarso numero di parti, al di sotto della soglia fissata dall’Oms. Chiusura contro la quale erano insorti in primis i cittadini, ma anche la politica e gli stessi sanitari.