Omicidio a Modena, ventenne ucciso in casa e chiuso in una valigia / FOTO

Il ragazzo cinese era il figlio adottivo di un noto avvocato. Sono stati i genitori a trovarlo morto nell'appartamento di piazza Dante

Il giovane ucciso, 20 anni, è di origini cinesi (foto Fiocchi)

Il giovane ucciso, 20 anni, è di origini cinesi (foto Fiocchi)

Modena, 26 novembre 2017 - Ucciso a vent'anni e nascosto dentro una valigia, poi scoperta dai genitori direttamente all’interno della loro abitazione: la madre naturale e il padre adottivo, un noto avvocato modenese, Andrea Giberti. È questa l’ultima versione dei fatti (tutta da chiarire però, ed è un però estremamente pesante) trapelata ieri, dopo un pomeriggio cominciato con le urla di una donna, la madre, poco dopo le 15 e 30, al sesto piano di una palazzina che si trova a ridosso della stazione dei treni di Modena, proseguita con l’arrivo di tutte le forze dell’ordine sul posto (c’erano i carabinieri, il pm Katia Marino, i vertici della squadra mobile e anche la municipale) e terminata con un «no comment» impenetrabile da parte degli inquirenti stessi (FOTO).

Che qualcosa di estremamente grave dentro quell’appartamento di piazza Dante fosse successo era chiaro a tutti dall’inizio. Non solo un omicidio, qualcosa di più nei dettagli orridi che soltanto in tarda serata hanno cominciato ad emergere, per quanto frammentari e difficili da tenere insieme. La vittima era conosciuta come ‘Leo’, nato in Cina ma praticamente da sempre residente nella città emiliana. Si sa che, come accennato, l’ambulanza del 118 è stata chiamata direttamente dai genitori del giovane, a quanto pare, appunto, dopo la macabra scoperta fatta direttamente nella camera del giovane, separata soltanto da un corridoio da quello che è lo studio del padre.

Si sussurra che poco prima dell’arrivo dei sanitari alcuni testimoni avrebbero visto almeno due giovani cinesi allontanarsi in fretta da piazza Dante. I contorni dell’accaduto restano tutti da chiarire. Non è noto, ad esempio, come il giovane sia stato ucciso. Pare che possa essere stato colpito alla nuca; non aveva altri segni sul corpo che possano inequivocabilmente ‘spiegare’ il delitto. Non è escluso, infine, che possa essere stato anche soffocato. Il padre adottivo, avrebbe visto gli amici di Leo salire in casa, come tutti i giorni. Poi gli stessi poco dopo si sarebbero allontanati senza dare particolari spiegazioni.

Successivamente le ricerche, con la madre giunta sul posto per aiutare il compagno a scoprire dove fosse finito il figlio di vent’anni. In quel momento gli occhi che finiscono sulla valigia e l’inizio di uno scenario da film dell’orrore. Credibile? Soltanto le indagini lo chiariranno e per questa ragione gli inquirenti hanno sentito diversi testimoni residenti in zona, isolando il luogo del delitto e andando via in totale silenzio.