Padre Sebastiano è diventato sassolese / LE FOTO DELLA FESTA

Il frate 90enne emozionato alla consegna della cittadinanza onoraria. Piazza gremita

Padre Sebastiano con la maglia del Sassuolo e, sopra, mentre riceve la cittadinanza onoraria dal sindaco Pistoni Ha presentato l’evento il giornalista Leo Turrini

Padre Sebastiano con la maglia del Sassuolo e, sopra, mentre riceve la cittadinanza onoraria dal sindaco Pistoni Ha presentato l’evento il giornalista Leo Turrini

Modena, 14 maggio 2017 - Quando il sindaco ha letto le motivazioni per le quali Sassuolo gli ha conferito la cittadinanza onoraria si è anche un po’ commosso. Ma prima e dopo Padre Sebastiano Bernardini, fresco 90enne, è stato il ‘mattatore’ che tutti si aspettavano. Profondo ed entusiasta, modesto ed emozionato. Mirabilmente spalleggiato dal giornalista e scrittore Leo Turrini, oggi inviato di punta di QN ma qualche decennio fa uno dei ‘ragazzi della San’, il frate è diventato ‘sassolese’ davanti ad una piazza gremita, intrattenuta con la semplicità e la passione che ne hanno fatto un punto di riferimento per generazioni di sassolesi.

A fargli gli auguri, con un video, anche Caterina Caselli, che prima di diventare ‘casco d’oro’ fu una delle debuttanti che parteciparono al ‘folletto d’oro’ concorso canoro ideato dal vulcanico frate. Motore instancabile della San Francesco e non solo, anche se per tutti i sassolesi Padre Sebastiano è la ‘San’. «Una volta mi chiesero: costruiamo prima il campo nuovo o rimettiamo a posto la Chiesa? Io dissi che in campo potevo anche dire messa, in chiesa non potevo far giocare i miei ragazzi: scegliemmo il campo», ha raccontato il frate, che nel frattempo aveva indossato una maglia neroverde personalizzata donatagli da Carlo Rossi, Presidente del Sassuolo.

«Vi benedissi, una volta, prima di una partita con l’Inter, ma poi perdeste 7-0: lì per lì ci rimasi male ma poi visto come va il Sassuolo mi sono convinto che quella benedizione è servita», ha raccontato ancora il frate.

In platea diversi imprenditori che ne hanno sostenuto le iniziative, tutte le autorità civili e militari cittadine, ma soprattutto tanta gente comune. Quella che a questo instancabile frate ha legato, come ha sottolineato Nano Casarotti, che con Sebastiano ha attraversato tutta la storia della San, «il periodo più bello della vita».

Vissuto – formidabili quegli anni – dentro una Sassuolo che non c’è più, ma che per un’ora e mezza, ieri, è sfilata, nelle voci e nei volti ritratti anche da qualche fotografia proiettata sul maxischermo allestito in piazza, davanti ad una comunità che ai suoi ricordi non rinuncia. Gli anni passano, i simboli restano. E Seb90 per Sassuolo, è un simbolo.