Crimine economico, l'appello del procuratore Musti: "Servono altri due pm"

Il procuratore commissiona uno studio sulla complessità della provincia

Il procuratore aggiunto, Lucia Musti

Il procuratore aggiunto, Lucia Musti

Modena, 14 settembre 2016 - C'è un filo che lega il carico di lavoro degli uffici giudiziari e la ricchezza di una provincia. La criminalità economica, infatti, è sempre più diffusa e aggressiva e a Modena viene combattuta, oltre che con le indagini, anche attraverso sequestri e confische, cioè con l’aggressone ai patrimoni. Ecco perché gli organici di Procura e Tribunale hanno bisogno di essere rimpolpati sia a livello di magistrati sia di personale amministrativo.

La buona notizia è che il ministero della Giustizia ha elaborato uno schema delle piante organiche degli uffici giudiziari di primo grado (prodromico alla nuova legge) in cui a Modena vengono assegnati 5 giudici per il tribunale e 1 magistrato per la Procura. Una buona notizia, ma solo a metà per il procuratore capo Lucia Musti, secondo la quale in Procura servono almeno 2 pm in più per arrivare a un organico di 13 sostituti procuratori e un aggiunto oltre al capo. Osservazioni che Musti ha portato direttamente al ministro Andrea Orlando, sabato presente in città. "Il ministro era al corrente della situazione in cui versano, in termini di personale assolutamente insufficiente, gli uffici giudiziari dell’Emilia Romagna e anche di quelli del nostro distretto", spiega.

La richiesta si basa sullo studio commissionato dalla stessa Musti a Confindustria Modena e alla Camera di Commercio, che fotografa una provincia tra i primi posti in Italia sotto il profilo del Pil. In particolare i modenesi hanno un reddito pro capite tra i più alti in regione con 21.184 euro di imponibile (siamo secondi solo a Bologna e Parma). Gli occupati nel nostro territorio sono 305mila (a marzo 2016) in aumento dello 0,1% e pari al 15,8% del totale regionale. Il tasso di occupazione è al 66,6%, la disoccupazione si attesta sul 7,5%. Il registro imprese a metà di quest’anno contava 74.618 aziende, ovvero il 16,2% del totale emiliano-romagnolo, il 25,3% sono imprese di capitali. I settori trainanti sono molteplici: ceramica, metalmeccanica, tessile-abbigliamento, biomedicale e agroalimentare.

La nostra è la seconda provincia (dopo Bologna) per creazione di ricchezza con 21.376 milioni di euro prodotti pari al 16,3% del totale regionale. Gli sportelli bancari sono 429 (61 ogni 100mila abitanti contro una media nazionale di 49). Si registra un ammontare di depositi bancari pari a 18.512 milioni. Siamo leader anche nelle esportazioni, all’ottavo posto in Italia: le nostre imprese hanno esportato merci per 11.774 milioni (+3,4%).

Un altro capitolo che porta il procuratore a chiedere due pm in più è poi legato all’immigrazione: gli insediamenti di stranieri sono fonte di procedimenti particolari. Su 701.642 abitanti (al primo gennaio 2016), gli stranieri sono 91.867, ovvero il 13,09% della popolazione (media regionale 11,99%, media nazionale 8,29%). Una complessità, quella del nostro tessuto economico e sociale, che non può più essere retta con organici all’osso.