Altri quindici profughi all’hotel Tiby. "Ormai la struttura è al limite"

La chiamata venerdì dalla prefettura. Sei stranieri sono stati invece portati a Carpi

I profughi arrivati ieri in città e lasciati dal bus di Seta molto distanti dall’hotel Tiby

I profughi arrivati ieri in città e lasciati dal bus di Seta molto distanti dall’hotel Tiby

Modena, 16 luglio 2017 - Ognuno con la propria sacca sulle spalle, il passo lento e claudicante di chi ha già percorso un lungo viaggio. Sono arrivati ieri pochi minuti prima delle 14 all’hotel Tiby altri quindici profughi, accolti dal gestore e accompagnati da due operatori della Croce Rossa. La scena del loro arrivo nella struttura è apparsa quasi surreale a chi li stava aspettando: incamminati uno accanto all’altro, in silenzio, con lo sguardo ‘disorientato’ e, soprattutto, a piedi, con tanti sacchetti in mano contenenti i loro pochissimi averi. Nel senso che, non si sa bene perché, il pullman sul quale erano a bordo li ha fatti scendere a circa un chilometro di distanza dall’hotel, nonostante il sole cocente e - era evidente - la stanchezza dipinta sul volto. Fatto sta che i quindici nuovi ‘arrivi’ sono andati ad aggiungersi agli altri 145 già presenti nella struttura, dei quali 86 gestiti dalla Cooperativa Caleidos.

«Mi ha contattato la prefettura ieri sera (venerdì, ndr) per chiedermi se potessi accogliere con urgenza il gruppo di richiedenti asilo che poi saranno sistemati in altre strutture. E così ho accettato ma oramai anche qui di posto ce n’è rimasto poco», sottolinea il direttore dell’hotel, Oscar. Ghana, Senegal, Nigeria: questi sono alcuni dei paesi da cui provengono i profughi, arrivati dopo essere rimasti circa due settimane nell’hub di Bologna.

Abbiamo provato a chiedere loro come fosse stato il viaggio, da dove arrivassero, cosa hanno dovuto affrontare ma hanno risposto più volte di sentirsi solo molto stanchi. Dopo la ‘conta’, ovvero il controllo della lista lasciata dalla prefettura, i giovani stranieri sono stati accompagnati all’interno. Per tutti loro era già pronta una bottiglietta d’acqua fresca e il pranzo: riso bianco con manzo al sugo. E la solidarietà degli ‘anziani’, ovvero i profughi arrivati mesi fa in hotel, è veramente tanta: infatti ogni volta che arrivano ‘i nuovi’; i vicini di stanza preparano sempre qualcosa: frutta o dolci o quello che comunque riescono a donare. Prima di fare tappa all’hotel Tiby il pullman ha lasciato altri sei richiedenti asilo a Carpi, dove gli stranieri sono stati accolti dalla comunità ‘Il Mantello’.

«Sono originari del Mali e della Costa d’Avorio e li abbiamo già sistemati in appartamento – spiega il responsabile Andrea Maccari – altri sei ce li hanno affidati una ventina di giorni fa e al momento non dovrebbero arrivarne di ulteriori, perchè non abbiamo appartamenti disponibili». Ricordiamo che solo la settimana scorsa e sempre all’hotel Tiby era ‘approdata’ davanti all’ingresso un’altra cinquantina di profughi provenienti per lo più dal Bangladesh ma anche da Ghana e Guinea. E, a quanto pare, gli arrivi anche sul nostro territorio sono continui.

Giovedì mattina, per fare fronte all’emergenza, il prefetto Maria Patrizia Paba, ad un tavolo al quale si sono seduti tutti i presidenti delle Unioni dei Comuni, ha chiesto di reperire da subito alloggi per ospitare profughi in caso di emergenza, per poi smistarli secondo il criterio dell’equa distribuzione nei vari Comuni. L’obiettivo della riunione era quello di trovare nuovi spazi soprattutto nei comuni ‘sotto quota’, quelli cioè che non hanno ancora raggiunto il numero massimo di rifugiati da accogliere: si cercano strutture di medie dimensioni per affrontare eventuali arrivi d’emergenza. Il problema è che, come spiegato ad esempio dalla cooperativa Caleidos, le strutture non si trovano. Qualche ‘dubbio’ in più arriva dalla bassa: «Siamo disponibili a collaborare –– ha detto il presidente dei Comuni Area Nord, Luca Prandini – tenendo conto però che ci sono ancora famiglie sfollate dal terremoto che devono rientrare a casa».