Modena, profughi fra topi e rifiuti. La proprietaria della casa: "Voglio un risarcimento"

"Quando ho affittato gli appartamenti alla cooperativa erano in stato perfetto. E non riesco più a parlare con nessuno de L'Angolo"

Le terribili condizioni igieniche degli appartamenti dove vivono i profughi (Foto Fiocchi

Le terribili condizioni igieniche degli appartamenti dove vivono i profughi (Foto Fiocchi

Modena, 16 dicembre2017 - «Quando alcune settimane fa vidi lo stato penoso degli appartamenti mi vennero le lacrime agli occhi, ma da allora non sono ancora riuscita a parlare con nessuno della cooperativa L’Angolo, nonostante i miei ripetuti tentativi». Stenta a mantenere la calma la proprietaria della palazzina-tugurio alla Bruciata che ospita 22 profughi in condizioni disumane. Dove c’era la casa di suo nonno, infatti, ora regnano ratti e devastazione.

Le foto pubblicate ieri dal Carlino, sono la classica goccia che fa traboccare il vaso. La donna, che preferisce restare anonima, era già a conoscenza della trascuratezza degli ambienti, ma le ultimi immagini immortalano un quadro ancora peggiore, una carrellata agghiacciante di rifiuti, topi, escrementi, arredi distrutti e condizioni igieniche da voltastomaco.

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Si immaginava una situazione del genere?

«Poco tempo fa mi ero recata di persona a controllare e avevo già trovato un disastro, con i rifiuti ammucchiati in giardino. Mi sono adoperata immediatamente per chiedere spiegazioni alla cooperativa, ma non c’è stato modo di parlare con nessuno, nemmeno con il loro avvocato che non risponde al telefono. Dalle vostre immagini mi accorgo che il contesto è ulteriormente degenerato. Hanno addirittura staccato la mattonelle dalla cucina e del bagno rompendo tutto. Quando un anno e mezzo fa consegnai gli appartamenti erano in condizioni perfette, li avevo fatto sistemare con arredi e cucina nuovi di zecca. Quella casa era di mio nonno e ci ho vissuto per 40 anni. Mai una volta avevamo visto un topo o uno scarafaggio».

Come è nato il rapporto con L’Angolo?

«Nel 2015 mi accordai con loro quando c’era ancora don Suffritti. Inizialmente erano ospitati degli ex tossicodipendenti che erano bravissimi e tenevano in ordine. Poi col subentro della nuova gestione le cose cambiarono drasticamente e fecero entrare i richiedenti asilo senza comunicarmelo. Mi chiesero addirittura di abbassare l’affitto a 1.350 euro al mese e accettai. Non potevo immaginare che avrebbero sfasciato tutto…».

Di quanti appartamenti è composta la palazzina e quante persone può ospitare?

«L’edificio ha tre alloggi: due da 90 metri quadrati e uno da 60. In media potrebbero viverci in 5 per appartamento, ma al momento vi abitano oltre 20 stranieri in condizioni terribili. Quando andai l’ultima volta a fare un controllo il cortile era pieno di rifiuti, che inevitabilmente attirano scarafaggi e ratti».

 

Quando ha avuto le prime avvisaglie che qualcosa non andava?

«Il primo campanello d’allarme fu l’entrata dei profughi a mia insaputa. Non sono razzista ma qualcuno doveva seguirli e aiutarli a integrarsi. Mi accorsi subito del furto di diversi oggetti, ma nonostante le rassicurazioni nessuno approfondì il problema. Ricordo addirittura che un’operatrice chiese di creare un orto nel cortile: ero d’accordissimo ma la cooperativa non accettò. Come le dicevo sto provando a parlare con loro da settimane, ma sono irraggiungibili».

E ora cosa intende fare?

«Sicuramente farò una richiesta di rimborso danni perché gli appartamenti sono devastati. Appena possibile effettuerò un sopralluogo con un tecnico per accertarmi dal vivo dello stato degli ambienti. I richiedenti asilo erano abbandonati a loro stessi e dopo quello che l’Angolo aveva combinato all’ex convento della Madonna del Murazzo, mi meraviglio che ancora li facciano partecipare ai bandi».