Sassuolo, la nuova stagione teatrale nel gioiellino Marazzi

Svolta a tre anni dalla chiusura del Carani. C'è l'accordo col Comune per l’utilizzo dell'innovativo spazio Crogiolo

L’interno del Crogiolo Marazzi

L’interno del Crogiolo Marazzi

Sassuolo (Modena), 22 ottobre 2017 - Il teatro Carani resta insostituibile, ma la storia culturale della città sta per arricchirsi di un nuovo capitolo. E’ in dirittura d’arrivo l’accordo per l’utilizzo del Crogiolo Marazzi, lo spazio riqualificato secondo innovativi criteri architettonici del colosso ceramica in viale Regina Pacis che potrà contenere fino 200-250 persone. E quindi ospitare rassegne di alta qualità, spesso impossibili se non si hanno strutture sufficientemente capienti per accoglierle (l’auditorium Bertoli svolge dignitosamente il suo compito ma non può contenere più di 99 posti).

I vigili del fuoco hanno dato il nulla osta al Crogiolo, si attende adesso il parere della Commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo. Ad annunciare la svolta è l’assessore alla Cultura Giulia Pigoni: «Nei prossimi giorni definiremo la convenzione con l’azienda, sarà stabilito il numero di giornate di utilizzo. L’obiettivo è aprire alla città uno spazio bellissimo, sarà un gioiellino, e contiamo di organizzare la rassegna invernale a partire da gennaio, ma anche appuntamenti con almeno altri due autori di livello già da novembre». L’impiego della struttura sarà gratuito, le spese di adeguamento sono state sostenute dalla Marazzi, il Comune dovrà sostenere solo i costi della stagione teatrale.

Il Crogiolo è l’area più antica della Marazzi, dove fu insediata la famosa ‘fabbrica di cartone’ (sostenuta da due filari di pioppi) negli anni ’30 per produrre piastrelle. Lo spazio è di oltre 850 metri quadri ed è stato al centro di un restauro dell’architetto Gianluca Rossi che in occasione della presentazione ebbe a sottolineare: «Le eleganti capriate, il pavimento in cemento, le bellissima facciate in muratura, la disposizione di porte e finestre, nulla è stato modificato, solo ripulito dal tempo». Una sorta di ‘scatola’ supertecnologica «staccata dalla struttura originaria che vive in modo del tutto indipendente».

Resta invece congelata la trattativa sul Carani, che proprio in questo mese di ottobre compie tre anni dalla chiusura. Il braccio di ferro tra Comune e la famiglia titolare continua: «Nei prossimi giorni riproporremo un incontro – spiega Pigoni – sebbene fino ad oggi non ci sia stata la volontà da parte della proprietà di aprire un tavolo di confronto. Non dobbiamo dimenticare che sul Carani vi è un vincolo sulla struttura, che può essere impiegata solo per pubblici spettacoli. Con noi alla guida dell’amministrazione, sia chiaro, non ci saranno di certo variazioni sulla destinazione d’uso».

L’altro spazio culturale che si sta provando ad aprire è l’oratorio San Francesco, che tanti e commossi ricordi suscita ancora tra i sassolesi: «La risistemazione della parte sportiva – riflesse l’assessore – fa ben sperare anche per gli altri spazi. Ci sono privati interessati a rimetterlo a norma e renderlo fruibile. A quel punto il Comune sarà ben lieto di sottoscrivere una convenzione e prevedere una rassegna di appuntamenti».