Inciampa su un tombino, 100mila euro di risarcimento

Sassuolo, la donna aveva chiesto il doppio. Ma il Comune fa ricorso

Via Pretorio, dove inciampò la signora risarcita

Via Pretorio, dove inciampò la signora risarcita

Sassuolo (Modena), 28 maggio 2017 - Le manutenzioni delle strade per i Comuni sono economicamente dispendiose, ma non farle può venire a costare anche di più. Ne sa qualcosa Sassuolo che proprio nei giorni scorsi si è imbattuto in una sentenza del tribunale che condanna il municipio al pagamento di un risarcimento danni (oltre alle spese legali) di ben 100mila euro a una signora che è inciampata in un tombino «sconnesso e non segnalato» in via Pretorio. La donna per la verità aveva chiesto il doppio, ma il tribunale l’ha ‘accontentata’ per metà.

La vicenda risale al 2009 e riguarda la signora G.C., che ha riportato seri danni fisici alla gamba e non solo per la caduta. La sentenza è arrivata nei giorni scorsi, praticamente 8 anni dopo. A essere condannati al pagamento, oltre al Comune, sono in solido Sgp e le ditte incaricate della manutenzione delle strade comunali. Nell’eventualità provvederanno le assicurazioni, ma in ogni caso ditte e Comune hanno già annunciato il ricorso in appello, per addurre le proprie ragioni.

In generale le richieste di risarcimento sono numerose, ma quello che spesso fa la differenza a favore del cittadini che subiscono un incidente è la compresenza di due elementi: il tratto dissestato e la mancata segnalazione del disguido. Una delle ultime richieste di danni riguardano quelle di una signora che l’anno scorso ha chiesto giustizia dopo essere caduta sulla ciclabile di via Radici in piano «a causa della pavimentazione sconnessa». Il tribunale su questo si deve ancora pronunciare. Mentre nel luglio 2015 ha avuto ragione il Comune nella causa intentata da un’altra donna che chiedeva il risarcimento per i danni subiti a seguito di una caduta sul manto stradale di via Tasso (pari a 16mila euro). La sentenza del tribunale di Modena in quel caso ha rigettato le richieste della signora «perché infondate e non dimostrate». La donna però ha fatto ricorso in appello.

Non vi è un orientamento univoco su questi episodi da parte dei tribunali. In linea di massima, per configurarsi la possibilità di un risarcimento ci devono essere situazioni di pericolo non facilmente visibili «con l’ordinaria diligenza». In pratica, tanto più è grande ed evidente il punto di inciampo (la buca, il tombino fuori posto, il manto stradale dissestato), tanto più è illuminato il tratto di strada, tanto meno possibilità di ottenere il risarcimento ci sono (www.laleggeperutti.it).